Microcosmo Dischi, 2009
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Toni Melillo
Il Mio Giardino
1. Scende Così
2. Dormi Anche Stasera?
3. La Bestia
4. La Dolce Vita Di Veronica
5. Soldier Of Love
6. L'Uomo Dei Sogni
7. Come Vorrei
8. Canzone Per Randdah - Parte Seconda
9. Il Mio Giardino
10. Senza Aria
11. La Casa Di Tom
12. E Penso A Te
13. Hi Peter!
14. Fragole E Panna
15. No Ghosts Anymore
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Toni Melillo - voce, chitarra acustica,
mani, vocal trumpet, chitarra elettrica, chitarra semiacustica.
Riccardo Fioravanti
- contrabbasso in 1, 10, 11.
Fausto Beccalossi - fisarmonica, fischio in 1.
Maurizio Pini - glockenspiel in 1, sonorizzazioni in 3,8 e
13, Fender Rhodes in 4.
Alberto Morelli - kalimba in 1, shells, bansuri in 4, shells
in 6, sanza, piffero in 12,.
Marco Ricci
- contrabbasso in 2, 3, 5, 12.
Giovanni Giorgi - batteria in 2, 5.
Marco Bianchi
- armonica cromatica in 2, piano in 3, 5, 12.
Francesco Manzoni - sordina, tromba, trombone in 2, tromba,
sordina in 3, sordina in 4, 12.
Renato D'aiello - sax tenore in 2, 5.
Carlo Nicita - flauto traverso in 2,5.
Daniel Richards - voce della bestia in 3.
Francesco Pellizzari - congas, little bells, ride, spazzole,
altri colori in 3, rullante in 6, shaker, tambourine, cozze, blocks, surdo, metal
toys, djembe brushes, vocal quica in 8, spazzole, tubolar metals, fingers, campanellini
in 11, triangolo, acqua in 12.
Oscar Del Barba - keyboard in 5 e 13, piano, keyboard in 10.
Andrea Crosara - violino in 5, 9, 10, 13.
Federico Fabbris - violino in 5, 9, 10, 13.
Daniel Formentelli - viola in 5, 9, 10, 13.
Vittorio Piombo - violoncello in 5, 9, 10, 13.
Pasquale De Fina - chitarra elettrica in 7.
Rosa Emilia Dias - voce in 9.
Dario Retegno - violino elettrico in 11.
C'è una poesia surrealista scritta da Rimbaud
che inventa il colore delle vocali. Così alla "U" viene attribuito il verde: verde
come un giardino. Quello che ha fatto Toni Melillo con Il mio Giardino
è stato tradurne alcuni versi. Lo ha fatto piantando tanti semini nella terra ed
esprimendo la dimensione del disco che su tutto più colpisce: la fecondità della
vita. Ci ha messo le mani, senza paura di sporcarle, come afferma egli stesso, tanto
quanto ci ha messo l'anima, il gusto nella ricerca di melodie, nella sperimentazione
di un pop acustico, "sporcandosi" della bossa nova e delle influenze latin-jazz
brasiliane. Si sentono omaggi a Tom Jobim e Rickie Lee Jones, un tocco blues alla
Tom Waits e dei bellissimi archi che sfumano i contenuti delle singole canzoni.
Altre influenze innegabili sono quelle di Nick Drake ed inevitabilmente di Miles
Davis, sebbene aprendo il libretto del disco, si noterà come le prime due pagine
siano piene dei riferimenti musicali e delle ispirazioni sulle quali questo giardino
mette le sue radici ed assolutamente condivisibili!
Per la preparazione di questo prodotto, inoltre, hanno collaborato con Toni
Melillo jazzisti come
Riccardo Fioravanti,
Fausto Beccalossi e
Marco Ricci,
oltre che Rosa Emilia Dias a completamento di una già particolare vocalità
dell'autore.
In realtà ci sarebbe tanto altro. I testi appaiono infatti molto netti,
perché toccano contenuti estremamente terreni: dal dolore della guerra alla nascita
di un figlio, strappando simbolicamente il secco, il marcio, l'erbaccia che si nutrirebbe
altrimenti dei frutti buoni della vita. L'immagine delle mani sporche di terra che
toccano delle foglie, che portano al viso i petali di un fiore per lasciar quasi
sentirne il profumo, è quella che descrive al meglio il senso ultimo di questa scelta
musicale. Una scelta di duplice significato: una, fatta da Melillo l'artista, che
si lascia andare alla creazione, insieme a Melillo la persona, che riempie di significato
la sua esperienza. E - bisogna proprio dirlo- un'altra scelta è quella fatta anche
dalla giovane casa discografica, alla quale va riconosciuto il merito di sapersi
far scegliere in questi ultimi anni dagli artisti italiani che, evidentemente, si
sentono all'interno in questa casa liberi di poter esprimere al meglio il genio
personale. Insomma, un matrimonio ben fatto. Non si può negare che Il mio Giardino
fiorisce a discapito di un cuore blu, di corvi neri e di muri bianchi, colorando
quella surrealistica U, simbolo di cicli e vibrazioni, di pace seminata da
pascoli e rughe attraverso "l'alchimia (che) imprime nelle ampie fronti studiose",
lasciandoci percorrere di persona tutti i passaggi di un'arte attiva che non è stata
compromessa in alcun modo. Quale miglior suggerimento per (ri) fiorire su questa
ciclicità della natura, sulla coscienza che riesce a costruire pacificamente la
propria saggezza, attraverso il linguaggio semplice e profondo della vita che, se
solo lasciassimo che entri in noi, può regalare tranquillità interiore?
Complimenti a Toni Melillo: Il mio giardino è un frutto convincente.
Rosanna Perrone per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/04/2010
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