|  | Bija Bija
 
 
  Slam (2014)
 
 1. Cipolla
 2. AR
 3. Ampolla
 4. Donna oriente
 5. Gonna
 6. Calendula
 7. Apnea
 8. Dubby
 9. Inferenze
 
 
 BijaGabriele Di Franco - guitar and loops
 Francesco Pellizzari - drums and percussion
 Marco Puzzello - trumpet and flugelhorn
 Emanuele Coluccia - sax (on Apnea and Gonna)Stefano Luigi Mangia - voice (on AR)
 Arrangements by BijaProduced by Bija and George Haslam
 
 Design by Federico Fiordigiglio and Gian Marco Vitti
 
 Se tutto inizia con un soffio primordiale opportuno sarebbe, nel caso di questo 
riuscito esordio discografico, socchiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal 
suono propulsivo dei Bija. 
 Non poteva che dissolversi in una vibrazione il viaggio inaugurale del trio salentino 
che vede Gabriele Di Franco (guitar and loops), Francesco Pellizzari (drums 
and percussions) e Marco Puzzello (trumpet and flugelhorn) emergere nel panorama 
musicale contemporaneo, con un progetto che mette a fuoco tutte le caratteristiche 
di chi vive per fare musica con una padronanza della materia sonora, allo stesso 
tempo, estraniante e totalizzante.
 
 Non a caso Bija focalizza l'attenzione dell'ascoltatore su un livello d'ascolto 
quasi secondario rispetto al canone di ricezione convenzionale: è musica libera 
che arriva senza predestinazione, restando fedele alla vita; per questo il messaggio 
che comporta è legato a un moto costante, un'oscillazione originaria che tratteggia, 
in quarantacinque minuti d'ascolto, un ambiente sonoro caratterizzato da un sound 
atipico, nella concezione tradizionale del trio, e capace di condensare le diverse 
facce del jazz, della world music e dell'ambient music in un'esperienza del mondo 
verticale, autentica.
 
 E' con "Cipolla" che il paesaggio sonoro prende forma attraverso una stratificazione 
emotiva che disegna il ruolo rilevante di Di Franco nel portare avanti la mappa 
di un percorso musicale dissodato, per scelta, dalle facilità consce legate alla 
figura dell'accompagnamento musicale in senso "canonico" e che affianca, con classe, 
il malinconico lirismo di Puzzello alla bellezza di una cantabilità melodica ben 
più forte delle calibrate tensioni dinamiche di Pellizzari. Stesso buongusto che 
rimescola gli equilibri, in corso d'opera, laddove l'intervento mirabile di Mangia 
nel brano "AR" valorizza la costante co-creazione di chitarra e tromba in un pezzo 
dal sapore meditativo, estraneo dunque, a livello concettuale, a quella linea generale 
di emersione netta del sentimento data dalla mancanza, nei restanti brani, della 
connotazione evocativa propria della "fibra" vocale. Non lasciano indifferente "Gonna", 
dal carattere intrigante in cui l'intervento, a tratti ghiacciato, del sax di Coluccia 
crea la risoluzione ideale di una miniatura responsoriale che muore troppo in fretta 
e "Inferenze" dall'umore circense che chiude il disco portando in superficie la 
necessaria sfumatura ironica di un progetto ambizioso da ascoltare, toccare, guardare.
 
 Di senso, se ogni cosa inizia con una vibrazione. Con un suono, forse questo sono 
i Bija.
 
 Antonella Chionna per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 995 volte Data pubblicazione: 17/11/2014
   
 
 
 
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