Abeat - abjz 071
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Oscar del Barba
Tre gosse de luna
1. Canto Di Emigranti
2. E La Gigia L'e Malada
3. El Pierot De La Montagna
4. Gri, O Bel Gri
5. L'inglesa
6. Sui Monti
7. Tema
8. Variazione 1-2
9. Variazione 3
Carlo Cantini - violin
Oscar Del Barba - piano, accordion
Simone Guiducci
- acoustic guitar
Aya Shimura - cello
Achille Succi - clarinet, bass clarinet, alto sax
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Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Negli anni 2000-2004 è andato in onda su radio
3 "Invenzioni a due voci", un programma in cui un conduttore proponeva ad
un ospite pianista l'ascolto di un brano della più diversa provenienza stilistica;
successivamente il musicista improvvisava estemporaneamente sulla base degli input
ricevuti. Il ricordo di quella esperienza deve essere servita a Oscar Del Barba,
se la realizzazione di questo disco sembra nascere con la stessa modalità: l'ascolto
di un repertorio, in questo caso di musica popolare bresciana, su cui, poi, elaborare
un qualcosa di personale, di lontano eppur prossimo a quanto sentito in precedenza.
Oscar Del Barba, in verità, ha saputo utilizzare al meglio gli stimoli derivanti
dal patrimonio folkloristico della sua terra, non limitandosi a fornire una versione
jazzata delle canzoni scelte, ma nobilitando i temi stessi con arrangiamenti molto
curati, in grado di trasformare semplici – musicalmente - "popular songs" in brani
con una personalità stilistica piuttosto sofisticata. Merito va dato anche ai partners
scelti per l'occasione: la violoncellista di matrice classica Aya Shimura,
prima tra tutti. Il suo strumento fornisce un accompagnamento incalzante o discreto,
a seconda delle circostanze e caratterizza, in generale, il suono complessivo del
quartetto. Agli assoli del pianoforte si alterna il fraseggio melodico o ritmico
della chitarra acustica di
Simone Guiducci,
perfetto per creare diversi climi sonori. Achille Succi con i clarinetti,
infine, si affianca a Del Barba per proporre il tema o uscire in assolo con misura
e pertinenza.
Il cd si apre con "Canto di emigranti" che vanta una bella introduzione
al pianoforte, a cui si succedono le entrate degli altri strumenti per un tema arioso,
malinconico che ricorda le musiche di Morricone e che conta pure sul contributo
di Carlo Cantini al violino. E' su un tempo più veloce, invece, "El Pierrot
de la montagna"; il leader, in questo caso, imbraccia la fisarmonica ed espone
il motivo in duo con Succi. Il clarinettista ad un certo punto prende il volo in
un assolo elegante, poi insidia il gruppo con un accompagnamento stringente di notevole
impatto. "E la Gigia l'è malada" è uno dei pezzi più articolati dell'intero
disco. Dopo l'esposizione del tema e dialoghi affascinanti fra i vari strumenti,
fra il ricamo e la sottolineatura, Succi sposta l'accento su elementi dissonanti,
che rompono l'incantesimo creato in precedenza, ma, allo stesso tempo, provocano
uno sfasamento, una deviazione dalla linea tracciata, di indubbia suggestione. E'
anche piuttosto libero l'inizio di"Gri o bel gri": il motivo si appalesa
dopo alcuni minuti di attesa con il clarinetto che guida il quartetto alle rielaborazioni
della canzone o ad incursioni in territori attigui assolutamente estranei, ma così
attinenti per contrasto, al canto prima ascoltato. Ne "L'inglesa" Oscar
Del Barba "traffica" sulle corde del pianoforte e si lancia subito dopo in un
assolo molto cadenzato con un uso insistito di note staccate. Ancora la Shimura
è protagonista" Sui monti", dopo un incipit piuttosto accidentato, non certo cantabile
del pianoforte. Il top, però, si raggiunge con l'ultima suite, se così si può definire,
"Vuligà bè al muradur". Suddivisa in un tema e 5 variazioni, ci permette
di riconoscere la notevole qualità di Del Barba come arrangiatore. Si passa dalla
lettura del motivo, quasi letterale, ad un intermezzo danzante con il piano che,
ad un certo punto, deborda dalla carreggiata, inserendo elementi di rottura, fra
il jazz e l'improvvisazione tout court. Si ascolta Succi in solo al sax alto con
un intervento assolutamente slegato dal contesto, ma che subito dopo viene riportato
sul tema dall'entrata degli altri musicisti. Giuseppina Turra, voce recitante,
nell'ultima traccia, legge il testo della canzone senza declamarlo, con scarso pathos,
ma con un effetto voluto straniante e intenso.
Insomma: "Tre gosse de luna" è un cd in cui le influenze e i riferimenti
colti o popolari sono omologati dalle intenzioni del leader del progetto che sa
perfettamente dove vuole arrivare e sceglie i mezzi adeguati per raggiungere il
suo scopo, rivelando doti rimarchevoli di musicista competente e completo.
Gianni B. Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 16/03/2010
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