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Alessandro Sgobbio
Aforismi protestanti
Gaffe Edizioni - 2010 Disponibile in formato digitale su iTunes e Cdbaby
01. Martyre
02. il Canto della Peste
03. le Premier
04. la Plainte
05. la Rentree
06. Beirut
07. Prompte Et Sincere
08. Temantico I
09. Ciabas
10. Comtmporag
11. Un Beau Dimanche
12. Temantico Ii
13. Tchanforais
14. Ma Priere
Alessandro Sgobbio - piano
ospite
Achille Succi - clarinetto
Nel dominio assoluto della promozione mediatica che ha prodotto il fenomeno Allevi,
costituisce una boccata d'ossigeno il lavoro di un giovane musicista, preparato,
colto, dedito alla ricerca senza facili concessioni alla spettacolarizzazione del
proprio operare. Alessandro Sgobbio è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio
di Parma, con successivi clinics della Berklee School di Boston (Umbria Jazz
2001) e laureato in Lettere e Filosofia. Un
cursus interessante per sviluppare un iter artistico originale. Collabora
con Roberto Bonati e il sassofonista Emiliano Vernizzi e ha partecipato all'incisione
del discografica de "Il bosco di Beuys" di
Giorgio Gaslini.
In questo suo progetto (termine quanto mai abusato, ma in questo caso corretto,
poiché sostenuto da una unità di intenti reale e non casuale) si percepisce lo sforzo
della ricerca e l'approdo a una originalità non declamata, ma conseguita invece
tramite un percorso meditato. Sul perché del titolo cediamo la parola allo stesso
pianista, che spiega anche la genesi di questi brani.
Tutto cominciò qualche anno fa, quando acquistai un libro dell'editrice protestante
Claudiana dal titolo "Gli antichi canti delle valli valdesi", curato dall'etnomusicologo
Enrico Lantelme. Vi trovai settanta trascrizioni di canti popolari in uso preso
le comunità valdesi, melodie scampate all'oblio grazie alla memoria di alcuni anziani
e ai cahiers (volumi artigianali con trascrizioni dei canti) gelosamente conservati
da alcune famiglie storiche dei villaggi delle valli protestanti nel torinese.
A partire da questo materiale originale e ovviamente intriso di religiosità parte
un viaggio musicale poetico e delicato. E' giusto ed intelligente averli definiti
aforismi per la loro brevità e per il carattere di distillato che questi bozzetti
sonori tendono ad assumere.
Spesso le note lasciano lo spazio a significativi silenzi, quasi fossero pause
di riflessione dell'artista in questo dialogo con se stesso, lo strumento e qualcosa
che sta oltre (forse il divino?). Una sorta di silenzio attivo lo definisce
il filosofo Ortega Y Gasset, il quale fa spiegare a un saggio indiano la sua teoria:
silenzio fecondo, non pura assenza di parole, ma il tacerle, il trattenerle,
il silenziarle.
Come in questo disco, dove spesso si avverte che alcune note sono state opportunamente
ridotte al silenzio per farle meglio risuonare. Non è eretico accostare Martyre
e Ma priere alle sonate e interludi per piano preparato di John Cage
(specialmente nel caso del primo brano). Anche in quei frammenti sonori la vicinanza
alla religione, nel caso di Cage quella orientale, costituiva un aspetto caratterizzante.
Un inno gioioso si rivela invece promte et sincere mentre il Temantico I
-omaggio ad un magnifico inno della tradizione anglicana (Nearer, My God, to
Thee)- spiega l'autore, parte lentamente per mostrare una sua vena romantica,
piena e non stucchevole. Riflessivo il duetto con Achille Succi al clarinetto
per La plainte.
Franco Bergoglio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/09/2010
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