|
D. Santimone, A. Tavolazzi, R. Paio Trio
A Little Bartok
Abeat Records - distr. IRD (2011)
1. Mikrokosmos 42
2. Mikrokosmos 61
3. Mikrokosmos 41
4. Mikrokosmos 70
5. Mikrokosmos 87
6. Mikrokosmos 91
7. Mikrokosmos 92
8. Vedremo
9. Ballad
Tutte le composizioni sono di Bela Bartok tranne #8,9 di
Daniele Santimone.
Daniele Santimone - chitarra
Ares Tavolazzi - basso
Riccardo Paio - batteria
Achille Succi - sax alto, clarinetto, clarinetto basso
Marco Tamburini
- tromba, flicorno).
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Il trio paritario di Daniele Santimone si presenta con un disco sicuramente
impegnativo, che rivela l'ambizione di affrontare una serie di composizioni di Bela
Bartòk con un quintetto jazz. Un obiettivo arduo da conseguire, perlomeno a priori.
Siamo su due piani apparentemente molto distanti, difficili da armonizzare. I "Mikrokosmos"
sono, infatti, una serie di studi per pianoforte di difficoltà crescente originariamente
prodotti per uso didattico dall'autore ungherese attorno agli anni Trenta. Il chitarrista
prende questi temi e li esegue con il suo trio abitale a cui si aggiungono due ospiti
speciali:
Marco Tamburini trombettista avvezzo a frequentare musicisti di
area mainstream o neo bop. Achille Succi più propenso, invece, a incrociare
le sue ance con compagnie più vicine all'avanguardia, alla sperimentazione. Ne viene
fuori, sorprendentemente, per certi versi, un disco lontano dalle atmosfere tipiche
della "Third Stream", qualcosa di ibrido fra il sinfonico e l'afroamericano, tante
volte duro da decodificare, se non da digerire. Si ascolta, per contro, un jazz
tutto sommato leggero, fresco, di facile fruibilità. Santimone assume il ruolo di
regista delle operazioni, riservando per sé spazi contenuti da solista. Preferisce,
invece, lanciare i partners o punteggiare gli interventi dei compagni con poche
note messe al posto giusto. Ares Tavolazzi si appropria di un compito quasi
privilegiato: uscire in assolo dopo l'esposizione del tema da parte dei fiati. E'
uno schema ricorrente in diverse tracce. Riccardo Paio suona la batteria in modo
spesso calcato, esuberante con accenti funky, forse per decontestualizzare il modello
e trasportarlo nelle atmosfere del mondo attuale. Tamburini e Succi sono compresi
nella loro mansione di improvvisare sui motivi con swing, ma in modo spontaneo,
secondo la loro natura. I due musicisti assolvono la consegna rimanendo loro stessi,
con il loro background stilistico in evidenza, cercando, allo stesso modo, punti
di contatto, di intesa. In virtù di una notevole disponibilità reciproca, l'obiettivo
viene raggiunto facilmente.
Fra i vari brani si raccomanda l'ascolto di Mikrokosmos n.91 la più "bartokiana"
delle rivisitazioni, ricca di dissonanze, di suoni "irregolari", con un andamento
rigoroso, quadrato, quasi da marcia jazzata e un dialogo cameristico affascinante
fra tromba e clarinetto. Anche il breve frammento di "Mikrokosmos n.92" è un lampo
di luce che rimane impresso nella mente ed è sulla stessa lunghezza d'onda del n.91.
Inclina, cioè, verso le innovazioni del novecento. Merita una menzione pure "Ballad",
uno dei due pezzi a firma del leader teorico della formazione per la delicatezza
del motivo e per un lungo solo melodico e severo di Achille Succi.
"A Little Bartòk" è un progetto certamente interessante. Si può rilevare, però,
che Santimone & soci non si siano voluti veramente confrontare o scontrare con la
lezione del compositore originario della Transilvania. Non hanno, in un certo senso,
affrontato l'essenza dell'estetica bartokiana, sospesa fra il richiamo alle radici
della musica popolare ungherese e la spinta innovativa delle avanguardie del novecento.
Si sono limitati, per scelta, a riverniciare in jazz una certa parte di composizioni
con modestia e accuratezza, rinunciando alla sfida con altri elementi fondamentali
dell'universo espressivo di Bela Bartok.
Forse l'intenzione, le finalità sono già racchiuse nel titolo del disco "A little...":
un omaggio deferente, affettuoso ad un autore e a un'opera, senza la volontà dichiarata
di aprire un capitolo nuovo nella rilettura dei classici del secolo scorso. Sotto
questo punto di vista il cd arriva dritto dritto allo scopo.
Gianni Montano per Jazzitalia
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.400 volte
Data pubblicazione: 06/11/2011
|
|