A quarant'anni si raggiunge la maturità? Potrebbe essere così, almeno sentendo l'ultima fatica a 360° di Roberto Demo che a distanza di tre anni dal precedente lavoro discografico, fatto di standard, libera questo album personale in cui dimostra le sue indubbie capacità di cantante,compositore e musicista. I testi sono pensieri,emozioni e sensazioni in libertà. Un "rewind" della sua vita,dei suoi trascorsi. Ed alla fine, o meglio già all'inizio del disco, afferma di essere un bluff! Un'affermazione che fa riflettere.
Il lavoro del poliedrico artista torinese è una sorta di viaggio dantesco: nel mezzo del cammino della vita. Un viaggio fatto di swing, di vocalese, di suoni vecchi e nuovi, di ballad tristi ma non melense.
Un viaggio che si apre con un'affermazione, la swingante "Sono un bluff" e si chiude con le note mainstream di "Puntini puntini". E' una provocazione, è un'artistica provocazione anche perché i suoni che si succedono sono chiari,puliti adamantini e le parole si fondono con gli strumenti. Demo ha accuratamente scelto i suoi compagni di viaggio: Luigi Martinale al piano concede sprazzi jarrettiani e la sessione ritmica formata da
Yves Rossignol al contrabbasso e Paolo Franciscone alla batteria,sorregge con grinta le scorribande armoniche sia del piano che della voce alta e compatta del leader.
Dieci brani che scorrono con velocità e con un'apparente facilità d'ascolto. Ma non è così:ogni brano è segnato da soli di pregevole fattura e da arrangiamenti eleganti. Il disicanto con cui
Demo affronta ogni brano è da leggersi con attenzione. E' la linea di passaggio di un periodo di tempo trascorso e vissuto. Dai trucchi verbali e strutturali che sono richiamati in Normalità, alla sempre splendida Ballata della moda di Luigi Tenco.
Il fatto che
Demo abbia voluto parlare di bluff, di fiction, di realtà artefatte anche e soprattutto per convenienza è indubbio. Ma non ha voluto parlare solo di lui: forse è la vita un vero bluff.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia