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Prima o poi doveva capitare. Che la musica di Max De Aloe avrebbe potuto incontrarsi con la poesia poteva essere presagibile. La poesia è una sensazione trasmessa, un momento di riflessione, una profonda sintesi densa di particolari, è anche ritmo, musica e con essa può certamente collocarsi come fosse un altro strumento.
La sensibilità compositiva di Max De Aloe è paragonabile a quella di un poeta che coglie un'immagine, un ricordo e lo traduce in poesia. Si possono scorgere dipinti di luoghi rimasti nella memoria: tra Gornate Olona e Carnago, due comuni della provincia di Varese, vi è
Il bosco che chiamano Respiro
e De Aloe lo descrive attraverso un tango eseguito in modo deciso, in alcuni tratti sospeso come a voler trasmettere quel velo di mistero che è in ogni bosco, trasmettendo una sensazione di favola come
d'altronde siamo abituati ad associare l'idea di un bosco. Un altro luogo, un altro ricordo, il Sud. L'estate, il caldo, e tanti altri elementi si avvertono nella coinvolgente
Cisternino, eseguita da Max De Aloe in una serie di sovraincisioni della sua armonica cromatica.
Verso Sud
sembra rievocare un viaggio, immagini di paesaggi che scorrono e che fanno da preludio ad un luogo che si deve incontrare, il tutto in un un latin con un bel duetto tra la fisarmonica di Gianni Coscia e l'armonica di
De Aloe.
Voce da Orso, un altro ricordo, probabilmente legato ad un gioco, ad un momento ludico del passato vissuto oggi con nostalgia. Bel brano con un ottimo solo di Luciano Zadro alla chitarra classica e un pregevole accompagnamento di
Moriconi al contrabbasso.
Nella vita di ognuno di noi ci sono poi personaggi che ci hanno colpito per vari motivi. Houdini è una specie di mito che rappresenta la magia, l'impresa, il rischio. Un tempo dispari come il 7/4 de
Il Grande Houdini, risulta il più appropriato per ricordare questo personaggio. E' anche vero che con il
drummin' di Stefano Bagnoli sembra di non potersi mai perdere data la perfetta scansione ritmica sempre costante, fluida come la corsa di un treno. Tutti i musicisti si cimentano in soli e sono tutti di ottimo livello. Trenta intensi secondi per ricordare Valter Chiari e il suo
Sarchiapone, fantomatico essere inventato in occasione del famoso sketch con Carlo Campanini all'interno dello scompartimento di un treno. Indimenticabile.
L'incontro con Giuseppe Conte
inizia con L'estate di San Martino
in cui la poesia si sposa con il desiderio di diventare un capitano o un suonatore di Jazz. Un valzer sempre più frenetico che termina in una rumorosa ambientazione con voci di bambini che giocano interrotta dal profondo contrabbasso di Massimo Moriconi, base per
Un ordine
poesia che ricorda come a volte le scelte personali possono infrangere quell'ordine che qualcun altro desiderava.
Su un bel riarrangiamento del
Il bosco che chiamano Respiro, si possono ascoltare i versi di
Tutta la meraviglia del mondo
che può essere nelle cose semplici, personali e incontaminate. Un delicato sottofondo ritmico di Stefano Bagnoli (Legnetti) accompagna l'ultima poesia dal titolo
Avrai in più
che fa riflettere su come sia bello gustare qualcosa che si
è mancato di fare, di avere, di dire scacciando il pensiero di un rimpianto.
Ci sono poi altri tre momenti dedicati a tre grandi musicisti di tre epoche e stili differenti. Si tratta dell'immenso
Django Reinhardt in una dolcissima rielaborazione di
Mélodie au Crépuscule, del geniale Steve Swallow autore della ballad
Wrong Together
e del grandioso Bill Evans
omaggiato dalla solitaria armonica cromatica di
De Aloe in
Very Early.
Il risultato è assolutamente gradevole e offre l'opportunità di ascoltare una buona musica, eseguita molto bene, rilassati e senza doversi porre tanti interrogativi, sintonizzandosi con la sensibilità di questo musicista e delle sue composizioni. Il suono dell'armonica cromatica risulta ottimamente integrato con quello della fisarmonica di Gianni Coscia che si mostra partner altrettanto sensibile nel supportare ogni evoluzione di De Aloe cogliendo però sempre l'opportunità di prodursi in piacevoli soli.
Altrettanto si può dire di Marco Detto che ricopre un ruolo da gregario ma che sostiene armonicamente ogni brano
sfruttando ottimamente gli spazi disponibili. Marco Losavio
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Data pubblicazione: 27/09/2003
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