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Roberto Tarenzi
Other Digressions
Abeat (2013)
1. Into The Loop
2. Tune #1
3. Symbolum '77
4. Into The 5th
5. Andante From 5th Symphony
6. Gross One
7. I Wish I Were In Love Again
8. G&G
9. 12Technicolor
10. Monkey Tonkey
11. Good Morning Heartache
12. If, But
13. Into Scolours
14. Scolours
15. Fame!...Lol
Roberto Tarenzi - pianoforte Alex Boneham - basso acustico Roberto Pistolesi - batteria Ospiti:
Rosario Giuliani - sax contralto (7, 10, 15) Marco Valeri - batteria (7, 10, 15)
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Per i più è conosciuto (e riconosciuto) come sideman di lusso; ha sempre
messo a servizio il suo indubbio valore schierandosi con tanti jazzisti italiani
e non. In nuce, è di quelli che, dando un'occhiata alla formazione di un gruppo,
si dice: "ah, c'è Tarenzi. Quello è forte!". Be', è giunta l'ora che il pianista
milanese sia riconosciuto "forte" anche per le sue composizioni e le sue indubbie
capacità di essere leader.
"Other Disgressions" parla solo la sua lingua e ne viene fuori un vocabolario
tecnico, del quale si era in parte già a conoscenza, che padroneggia la tastiera
tanto nell'improvvisazione quanto nei passaggi obbligati, rispondendo perfettamente
anche alle sollecitazioni di Beethoven ("Andante From 5th Simphony"), che qui
indossa i sensuali abiti di ballad up-tempo, e le impennate di Ludwig Van cascano
perfettamente nel sacco dell'improvvisazione aperto da Tarenzi e rimarcato dal timing
impeccabile di Pistolesi e dal beat poderoso e pieno di Boneham. La linea compositiva
di Tarenzi segue il modern mainstream, seppur richiamando il gusto per il classico
grazie a un pianismo sempre fluido, ricco di contrappunti, mai forzatamente spinto.
Due episodi non sono farina del suo sacco: "I Wish I Were In Love Again", della
premiata ditta Rodgers & Hart, rinnovata nelle sonorità e nelle pulsazioni anticipate
di Valeri, e arricchita dall'intervento di
Rosario Giuliani;
il secondo è "Good Morning Heartache" di Higginbotham, Fisher e Drake, ballad
anni Quaranta i cui ottoni vengono passati a lucido con cura e dove fanno bella
mostra le spazzole di Pistolesi, usate con vigorosa maestria. "If, But" e
"Into Scolours" chiariscono che il linguaggio di Tarenzi è vocato sì alla migliore
tradizione, ma con le mani a bagno nei profondi laghi della musica contemporanea,
con sospensioni e raddoppi, note taciute e pieno controllo delle dinamiche.
Un disco pieno e sentito: e ciò non accade così frequentemente.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 23/06/2014
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