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Lino Costa Hypnotic Trio
Minianimali
4Miqe (2013)
1. Chimera
2. Orange trip
3. Duke my dog
4. Insonnia
5. Two world dance
6. Oud
7. The elephant jump
8. Blues for G.C.
9. Minianimali
10. Tangolino
Lino Costa - chitarre Domenico Cacciatore - basso Roberto Pistolesi - batteria
ospiti:
Giampiero Risico - tin whistle Gianni Gebbia - sax alto Stefano D'anna - sax tenore Mauro Schiavone - pianoforte
Lino Costa è un chitarrista che ha iniziato con il jazz, per dedicarsi in seguito
al pop con la militanza nel gruppo "Tinturia" e la collaborazione con Ivan Segreto.
Attraverso "Minianimali", il musicista ritorna in un certo senso alle origini, mettendo
a punto un album fondamentalmente jazzistico, pur con tutte le contaminazioni del
caso. Si ascoltano, infatti, riferimenti al reggae come in "Two world dance", rimandi
al tango come in "Tangolino", richiami al funky come in "The elephant jump" o al
latin sound come in "Insonnia". Il suono della chitarra parte da una timbrica che
risuona della migliore tradizione jazzistica, per arrivare ad un tono e a un fraseggio
più moderno con inflessioni rockeggianti, salvo ritornare, in seguito, sui suoi
passi e dirottare su accenti sofficemente acustici o stringenti e pieni di swing.
Accanto al leader figurano Domenico Cacciatore al basso e Roberto Pistolesi
alla batteria, due compagni di tante avventure, uniti da una lunga frequentazione
reciproca. Di rinforzo sono reclutati Gianni Gebbia in "Oud", il pezzo migliore
del disco, contraddistinto da un'atmosfera etno-folk, arabeggiante, con il contralto
a guidare le danze, tagliente e sinuoso. In "Orange trip" è Giampiero Risico con
il flauto a fischio, strumento in uso nella musica popolare del nord Europa, a incunearsi
e a caratterizzare piacevolmente il brano. In "Tangolino" è il pianoforte di
Mauro Schiavone
a duettare con la chitarra in una melodia accorata e malinconica. E' un botta e
risposta senza accompagnatori, in cui tanto si dice, ma altrettanto si sottintende.
Stefano D'Anna anima, invece, "The elephant jump" tirando avanti la band con un
sax tenore pressante e brioso.
Costa ha la mano leggera e sa essere gradevole e orecchiabile. Per mezzo di questo
disco compie una sorta di itinerario fra quadri diversi, ognuno con una propria
fisionomia. L'idea compositiva è costantemente indirizzata verso il facile ascolto,
preferendo le soluzioni meno complicate, in ogni circostanza, ai tragitti più tortuosi.
La musica di questo disco è, in conclusione, senza ambizioni particolari, disimpegnata,
conciliante, ma garantisce quarantotto minuti di un sound misurato e privo di asprezze,
adatto per essere sentito anche da un pubblico senza una preparazione specifica.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/10/2014
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