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Daniele Tittarelli, Fresh Fish, Francesco Lento
Prestazione
Parco della Musica Records (2014)
1. Kansas City
2. Miracle Fishing
3. Indianapolis
4. Jumbo
5. Sputnik
6. Lucignolo
7. Stazione
Daniele Tittarelli - sax contralto Francesco Lento - tromba Domenico Sanna - pianoforte, piano elettrico Luca Fattorini - contrabbasso Marco Valeri - batteria
Come superare il fermo biologico e assicurarsi pesce fresco tutto
l'anno? Basta rivolgersi a
Daniele Tittarelli, Francesco Lento e il trio
Fresh Fish, alias Domenico Sanna, Luca Fattorini e Marco Valeri.
E ce ne era bisogno in Italia di qualche bella spigola di cattura, anziché del solito
branzino congelato. La banalità della metafora qui trova consistenza e conferma
nei fatti, perché il quintetto che s'affaccia alla ribalta jazzistica italica è
di quelli che dicono e fanno qualcosa di nuovo, con coraggio, umiltà e grande professionalità.
Daniele Tittarelli è da un po' che calca le scene e, sicuramente, meriterebbe
maggiore fortuna, perché la sua prosodia non è frusta (come parecchie cose che si
ascoltano in giro e che hanno fortuna nei festival e rassegne dello Stivale), anzi
un suono deciso e pulito anche nel soffiato, nel vibrato e nelle dissonanze degli
arditi salti di registro. Prova ne è la solitaria intro di "Miracle Fishing"
(di Sanna), post-bop disassato sorretto da una ritmica infallibile e dalle incursioni
di Lento, dal volume controllato, ora sghembe, ora affilate come una lama d'acciaio
che si combinano con lo sviluppo armonico raffinato di Sanna, dall'ostinato convincente.
"Indianapolis" è firmata da Tittarelli e fa ragionare su quante vie il jazz
più attuale possa intraprendere: hard bop moderno, controllate curvature avanguardistiche
che prendono forma nelle tensioni create dalla ritmica in combine con Lento,
acuto anche nell'attacco, istrionico nel dosare il volume e geniale nelle sovrapposizioni
con Tittarelli, che padroneggia il ritmo e sottolinea il suo uso giudizioso dell'approccio
cromatico.
Il sodalizio non perde mai di vista la linea melodica, interpretata in modo originale
e sempre pronta a piegarsi a invenzioni armonico-ritmiche di pregio e freschezza,
come nel tumultuoso e corale "Jumbo" o in quello più apparentemente carezzevole
che si ascolta in "Sputnik". In "Lucignolo" Sanna indossa il
Fender Rhodes per disegnare un groove ipnotico intarsiato dai fiati e dalle sistoliche
pennellate di Valeri e Fattorini. Evolution-Revolution è "Stazione" electro-avant-jazz.
Le vie del jazz moderno sono servite: su di un bel piatto d'argento vivo.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/08/2014
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