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Riccardo Del Fra
My Chet My Songs
Parco della Musica Records (2015)
1. I'm Fool To Want You
2. Love For Sale / Wayne's Whistle
3. I Remember You
4. Wind On A Open Book
5. For All We Know
6. But Not For Me / Oklahoma Kid
7. The Bells And The Island
8. My Funny Valentine
Airelle Besson - tromba e flicorno Pierrick Pédron - sax contralto Bruno Ruder - pianoforte Riccardo Del Fra - contrabbasso Billy Hart - batteria Deutches Filmorchester Babelsberg
A cuor leggero si può parlare di
Chet Baker
e tributargli musica e parole, perché è l'ossequio che si rivolge ai grandi senza
tramonto. A pochi è fatta la grazia di poter rileggere la poetica di Chet con naturale
nonchalance e disegnando una perfetta fisiognomica di quelle che erano le
caratteristiche del trombettista maudit di Yale. Per avvicinarsi al mondo
lisergico di
Chet Baker bisogna averlo vissuto mano a mano con lui. E Riccardo
Del Fra è tra questi, che in verità sono tanti, ma non molti hanno capito e
carpito la Musa ispiratrice del trombettista. Del Fra azzecca tutto: dalle scelte
dei brani, ai medley, agli arrangiamenti orchestrali che rendono ancora più elegante
ogni passaggio, all'adozione dei sodali: un florilegio di eccellenti musicisti capaci
di declinare qualsiasi linguaggio jazzistico. Particolarmente indovinato il connubio
con Airelle Besson, il cui suono vellutato e deciso la sottrae da qualsiasi imbarazzo
con l'illustre predecessore. L'accuratezza degli arrangiamenti e la perfetta sinergia
con la Deutches Filmorchester Babelsberg tratteggiano una nuova musicalità anche
nei brani immarcescibili come "Love For Sale" o "But not for me"
(quest'ultimo più original, ma il duettar tra il contralto di Pédron e la
tromba della Besson rinfrescano ogni ben noto passaggio).
"Wind On A Open Book" e "The Bells And The Island" recano il sigillo di
Del Fra, così come "Oklahoma Kid" e il suo scultoreo basso le marca a fuoco,
nella prima dividendosi il terreno con le tessiture poliritmiche di Ruder, sempre
provvido di interessanti risoluzioni timbriche.
"My Chet My Song" è il secondo chapeau di Del Fra alla misurata grandezza
di Chet: nel 1989, a un anno circa dalla scomparsa
del trombettista, "A Sip Of You Touch" ne stigmatizzò tutti i suoi ricordi.
Album che al tempo diede materia ai critici e agli addetti ai lavori per parlarne.
E quasi tutti furono concordi nel ritenerlo un album di pregevole fattura. Spesso
è difficile competere con il passato, ma "My Chet My Song" non ammette paragoni
e lascia un'impronta indelebile in tutti coloro i quali hanno a cuore non solo
Chet Baker,
ma il jazz e la buona musica.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
04/05/2008 | 1 marzo 1984: ricordo di Chet Baker al Naima Club di Forlì: "La sua voce sottile, delicata, sofferta, a volte infantile, mi è rimasta dentro il cuore per molto tempo, così come mi si sono rimaste impresse nella memoria le rughe del suo viso, profonde ed antiche, come se solcate da fiumi impetuosi di dolore, ma che nello stesso tempo mi sembravano rifugi, anse, porti, dove la sua anima poteva trovare pace e tranquillità. La pace del genio, la pace del mito, al riparo delle tragedie che incombevano sulla sua vita." (Michele Minisci) |
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Data pubblicazione: 08/11/2015
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