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Pierrick Pédron
Kubic's Monk
ACT Music - 9536-2 (2013)
1. Think Of One
2. Ask Me Now
3. Skippy
4. Ugly Betty
5. Who Knows
6. Light Blue
7. Trinkle Tinkle
8. Sixteen
9. Evidence
10. Four In One
11. We See
Pierrick Pédron - alto sax Thomas Bramerie - contrabbasso Franck Agulhon - batteria Ambrose Akinmusire - tromba (5, 8, 11)
Che Monk avesse energia da vendere lo sanno anche i sassi; che con i tributi in
suo nome si potrebbe asfaltare l'autostrada del Sole, lo si può immaginare a braccio;
che pochi hanno ben in testa la musica di Thelonious Sphere Monk sembrerebbe azzardato,
ma a ben vedere (rectius: ascoltare) è così, anche nella sua patria.
Nel 2012 si sono celebrati i trent'anni dalla
scomparsa del genio di Rocky Mount e sembra un ossimoro che l'omaggio più calzante
alle sue composizioni, alla sua indomabile tecnica, arrivi da un trio pianoless
e, per giunta, francese. Dal contralto di Pierrick Pédron escono fuoco e fiamme
che forgiano a dovere un sound secco e duro, con Bramerie a tenere mirabilmente
incollato il ritmo, indiavolato, asistolico e – a tratti – perfettamente ciondolante
di Agulhon, con le scalate del contraltista, che mette in chiaro quanto sia padrone
del linguaggio bop.
La melodia è sottintesa, si fa strada nella ballad "Ugly Betty", dove le spazzole
di Agulhon più che frusciare, schiaffeggiano con amabile ardore tamburi e piatti.
Pédron suona nuote a grappoli, facendo buon uso sia del legato che dello staccato
e guizzando verso i registri più alti nelle combine con Ambrose Akinmusire,
in particolare in "Who Knows", dove il trombettista californiano attacca le
frasi con inimmaginabile precisione, mantenendo un volume sonoro devoto al timbro.
L'assenza del pianoforte rende più corpulenta e vivace anche "Trinkle Tinkle",
con la ritmica che fa il pelo e il contropelo ai roboanti fiati.
Pédron si trova a suo agio sui tempi sostenuti, ma senza distogliere lo sguardo
da un senso lirico innato, seppur tenuto sotto traccia. E qui ci sta bene, perché
la musa ispiratrice è Monk. E sue le musiche, alle quali il trio (con Akinmusire
sempre in gran forma) rende omaggio non deferente, ma lasciando un'impronta che
fa fare pace con il jazz, quello non smerigliato e patinato al quale si è fin troppo
abituati.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/12/2013
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