E' il secondo album da leader della contrabbassista
e cantante di Portland Esperanza Spalding, a distanza di due anni dal fortunato
esordio di Junjo. Già definita un prodigio del contrabbasso all'età di quindici
anni, la musicista americana ha, da subito, bruciato le tappe diventando a soli
vent'anni la più giovane insegnante della prestigiosa Barklee, lavorando a fianco
di Pat Metheny,
Joe Lovano e Patti Austin solo per citarne alcuni. E così a soli ventiquattro
anni si ritrova con due ottimi album licenziati a proprio nome, in un crescendo
di gusto e personalità. A ragion veduta la bella musicista americana ha tutte le
carte per diventare una delle realtà più interessanti dell'ultimo periodo: eccellente
strumentista, una voce singolare e frizzante, un'ottima capacità di scrittura e
un'accattivante look afro che non guasta la rendono ancor più particolare e riconoscibile.
Questo suo nuovo lavoro, edito dall'americana Heads Up, non delude le
aspettative anzi ne conferma appieno le potenzialità in un elegante mix fatto di
jazz, pop e sonorità sudamericane. Il disco si apre con una composizione di Brant
Fernando Rocha, Ponta De Areia, e ben ci introduce in quelle che saranno le sonorità
dell'album: cantato con naturalezza ed eleganza in portoghese, la Spalding
incanta con la sua voce giocando tra le linee seguite dal basso (che spesso riprendono
all'unisono il cantato) e quelle molto curate dei cori, accompagnata splendidamente
dal piano di Leo Genovese e le percussioni di Jamey Haddad e Otis
Brown. Molti dei brani presenti si candidano a diventare delle hit radiofoniche
non solo jazzistiche, come I Know You Know o
Precious, rivolti anche ad un pubblico più vasto
senza mai comunque il rischio di banalizzare il tutto e rimanendo sempre su alti
standard qualitativi. Più intima invece Fall In,
in cui la voce della Spalding viene accompagnata sapientemente dai soli tasti
del piano di Genovese, e la originale rivisitazione dello standard
Body & Soul, riproposta qui in una interessante
versione castigliana. Un intro di voce e contrabbasso aprono l'omaggio di
Samba Em Preludio alla musica brasiliana a conclusione
del disco, mentre rimangono in un ambito più jazzistico
Mela e If That's True,
impreziosite dalle percussioni di Horacio Hernandez e dal sax di Donald
Harrison.
Lode per questo lavoro e per tutti i protagonisti coinvolti in questo
progetto, Esperanza Spalding in primis, che con gusto e originalità è riuscita
a proporre un repertorio vivace ed elegante che dal jazz apre e guarda con rispetto
e passione a nuove sonorità meritandosi tutta l'attenzione e la stima che ha già
saputo guadagnarsi.
Luca Labrini per Jazzitalia
07/01/2011 | Esperanza Spalding al 34° Roma Jazz Festival, Gezz - Generazione Jazz: "Grande attesa e Sala Petrassi gremita per il ritorno a Roma, a circa un anno di distanza dall'ultima esibizione, della giovane e talentuosa Esperanza Spalding, attesa ad una conferma dal vivo dopo l'uscita del recente ed ambizioso album "Chamber Music Society"...Affiora la sensazione che la Spalding, pur dotatissima, voglia dire "troppo" e tutto insieme: canta, suona, improvvisa, compone i brani e li arrangia, disperdendo energie in troppi rivoli. La musica è veicolo di emozioni, ma in questo modo la tecnica, seppur eccellente, rischia di prendere il sopravvento sui sentimenti." (Roberto Biasco) |
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Data pubblicazione: 15/03/2009
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