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Ada Rovatti
Disguise
Piloo Records (2014)
1. Ghost Stories
2. Alone in Traffic
3. TBA
4. Smile (Sax Solo Intro)
5. Smile
6. Moving Forward
7. Halfway
8. Tripping Step
9. Stairway to Heaven
10. Gentle Giant
Ada Rovatti - sopranino saxophone, soprano saxophone, tenor saxophone Dean Brown, Adam Rogers - guitar Zach Brock - violin Anne Drummond - flute Janek Gwizdala -
electric bass Randy Brecker - trumpet, flugelhorn Leo Genovese, Oli Rockberger - piano Dana Hawkins - drums
Ada Rovatti
è una musicista pavese di talento che risiede da parecchi anni negli Stati Uniti,
dove ha ottenuto credito e considerazione nell'ambiente jazzistico. "Disguise" è
il suo ultimo disco ed è inciso da un manipolo di strumentisti ferrati tecnicamente
e disponibili a seguire le indicazioni della bandleader. Il cd è formato da composizioni
originali, oltre che da uno standard e da un brano dei Led Zeppelin tra i
più noti. La Rovatti ha un modo elegante di organizzare la musica con arrangiamenti
leggeri, non particolarmente costrittivi, in grado di porre nelle migliori condizioni
i solisti riuniti per l'occasione. I temi sono esposti spesso all'unisono dai fiati,
poi si aprono parentesi solistiche ben sostenute dal combo, con richiami, rimandi,
dialoghi a due o a tre voci e riprese del refrain per riannodare i fili del discorso.
Tutto con una certa semplicità di tratto, mentre la sezione ritmica è rigogliosa,
pressante e orientata verso un funky piuttosto controllato, soft. Gli strumenti
elettrici, chitarra e fender rhodes, contribuiscono, inoltre, a creare colori timbrici
vicini ad una fusion moderata, volutamente dentro alle righe. L'album nel complesso
ha una fisionomia molto americana, nel sound globale e nel tipo di approccio agli
interventi solistici. Non ci sono sbrodolamenti, cioè, o giri viziosi attorno ad
un'idea ripetuta senza sviluppi apprezzabili. Si va al sodo, evitando i fronzoli
e puntando all'essenziale. Fra gli altri componenti del gruppo si segnala Randy
Brecker per alcuni sfolgoranti assoli, tanto caldi quanto lucidi ed efficaci.
La Rovatti gli risponde con un eloquio che vuole distinguersi probabilmente da quello
di Michael
Brecker. Il confronto con il compianto co-leader dei Brecker Bros è,
a conti fatti, inevitabile, visto il contesto e i precedenti del compagno trombettista
che ha costituito coppia fissa con il fratello in tanti dischi e concerti. Sia al
tenore che al soprano la sassofonista lombarda dimostra, infatti, faccia tosta e
personalità, tanto da permettersi il lusso di eseguire l'intro di Smile in completa
solitudine. In questa situazione tira fuori le unghie e dimostra una volta di più
di che pasta sia fatta. Il suo fraseggio è nervoso e conciso, come cifra stilistica,
pur snocciolando tante note, tutte necessarie.
Il brano migliore è senz'altro una versione jazz del cavallo di battaglia dei
Led Zeppelin "Stairway to heaven", che passa da toni solenni a un andamento
accelerato, non presente nell'originale, fino a gratificare chitarra e tromba di
spazi adeguati dove esaltarsi in sortite sfavillanti, mentre alle spalle la macchina
ritmica procede sicura e spedita.
"Disguise" è, in sintesi, un album di modern jazz internazionale e conferma che
con la qualità e l'applicazione, anche partendo dalla provincia italiana, si può
arrivare a realizzare produzioni che possano ben figurare in questo genere, accanto
a quelle di maestri celebrati e famosi in tutto il mondo.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 13/12/2015
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