|
Nils Landgren
Redhorn Collection
Act (2014)
CD 1: The Funk Unit
1. Traci
2. Simple Life
3. You Dig
4. Da Fonk
5. Six Beauties On A Rooftop
6. Riders On The Storm
7. Knowing me, Knowing you
8. House Party
9. Stuff Like That
10. Kibera Sunrise
11. Mag Runs The Voodoo Down
12. Get Serious Get A Job
13. Ain't Nobody
14. Ack Värmeland, du sköna
CD 2: The Ballads
1. Song From The Valley
2. Love Of My Life
3. This Masquerade
4. The Moon's A Harsh Mistress
5. Silent Way
6. Fire And Rain
7. Fragile
8. Imagine
9. You Stole My Heart
10. The Brightest Smile In Town
11. I Will Survive
12. Get Here
Nils Landgren - trombone Maceo Parker - sax contralto Michael Brecker - sax tenore Randy Brecker - tromba Till Brönner - tromba Fred Wesley - trombone Esbjörn Svensson - pianoforte Henrik Janson - chitarra Jesper Mejlvang - tastiere Lars Danielsson - contrabbasso Per Lindvall - batteria Åke Sundqvist - batteria Bernard Purie - batteria Magnum C. Price - rap & synth
Il trombone rosso non finirà mai di stupire; anche in una collection doppia e con
tanta ciccia sul fuoco riesce a sbalordire per il suo inaspettato calore, in barba
ai suoi freddi natali. Una raccolta di quelle epiche, di quelle che non dovrebbero
mancare negli scaffali degli appassionati di jazz. Il primo cd è agitato dal groove
del The Funk Unit: ritmi afro gentilmente scatenati. Sì, perché Landgren è consapevole
di non essere
James Brown per anagrafica e colore della pelle, anche quando
al suo fianco si schiera tal Maceo Parker, che di soul-funk ne ha da vendere
("Simple Life"); oppure in "You Dig", con i fratelli Brecker in grande
spolvero, un ispirato
Esbjörn
Svensson, fa capolino la voce "metallotronica" del rapper Magnum
Coltrane Price, che fa da sponda anche all'acuta tromba di Roy Hargrove
in "Da Fonk", con Svensson al Fender Rhodes. Quattordici brani e una vera e
propria ubriacatura di solisti, di funky, di aria di festa, tra i quali merita una
menzione speciale "Riders On The Storm" di Jim Morrison & Co. La versione "funkful"
chinata sull'hip hop con il vellutato fraseggio del trombone di Landgren è da applausi.
Con Landgren e sodali ci si ricorda come l'improvvisazione possa avere tante tinte,
colori ed essere disegnata su tele sempre diverse: "Knowing Me Knowing You",
è un felice esempio di come la tradizione soul, quella rap e jazz possano convivere
con perfetto reciproco agio, senza far storcere il naso ai taleban-parrucconi.
La seconda parte della collezione è dedicata alle ballate, con la carezza perfettamente
intonata nei registri medio-bassi della voce di Nils Landgren, anche qui
con tanti amici (più che ospiti). C'è sempre
Esbjörn
Svensson in "Song From The Valley" e nel sorprendente remake slow-tempo
di "I Will Survive"; ci sono Michael Wollny e Lars Danielsson
in "Love Of My Life" e, solo il primo, a rinforzare la bellezza di una composizione
oramai evergreen firmata da Sting: "Fragile".
Un'opera che ben identifica l'arte di Nils Landgren: ciò che ha fatto, le
sue collaborazioni, i suoi arrangiamenti e le sue composizioni. Un'opera che fatica
a trovare posto nei cartelloni festivalieri italiani, sempre pronti, invece, a trovare
spazio per operazioni "trasversali di cassetta": e non se ne capisce il motivo.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 723 volte
Data pubblicazione: 29/03/2015
|
|