Iridium Jazz Club
Kevin Williams, Manager JazzPromo@earthlink.net
, Iridium Press
1650 Broadway, Corner of 51st St, NYC
212.582.2121
Mingus Big Band
With:
Wayne Escoffery on Tenor Sax
David Lee Jones on Alto Sax
Jaleel Shaw on Alto Sax
Abraham Burton on Tenor Sax
Lauren Sevian on Baritone Sax
Randy Brecker on Trumpet
Kenny Rampton on Trumpet
Earl Gardner on Trumpet
Ku-umba Frank Lacy on Trombone
Conrad Herwig on Trombone
Earl Mcintyre on Bass Trombone
George Colligan on Piano
Boris Kozlov on Bass
Donald Edwards on Drums
Manager: Sue Mingus
"Charles Mingus è stato un contrabbassista virtuoso, un pianista dotato, un
bandleader e un compositore. Nato nel 1922 nei pressi di una base militare a Nogales,
Arizona, e cresciuto a Watts, California, le sue prime influenze musicali provengono
dalla chiesa - cori e gruppi - e 'ascoltando Duke Ellington alla radio quando aveva
l'età d 8 anni'….Alla fine si è stabilito a New York dove ha suonato e registrato
con i migliori musicisti degli anni '50 - Charlie Parker, Miles Davis, Bud Powell,
Art Tatum e Duke Ellington stesso…Ha girato intensamente attraversando l'Europa,
il Giappone, il Canada, il Sudamerica e gli Stati Uniti fino alla fine del
1977 quando gli è stata diagnosticata una rara malattia
nervosa." (Dal
sito di Charles Mingus).
L'eredità di Charles Mingus è ancora viva, attraverso il management
della sua vedova, Sue Mingus, e l'esemplare lavoro della Mingus Big Band,
composta da numerosi musicisti stabili e da qualche special guest che si alterna
ad ogni performance all'Iridium e in tour in modo da catalizzare l'attenzione ogni
sera. Il secondo set del concerto di questa sera ha visto un ensemble di quattordici
musicisti e una donna, Lauren Sevian, al sax baritono.
Come previsto, l'esplosiva sezione fiati ha dominato il set, con momenti
astratti caratterizzati da un'asprezza quasi selvatica, echeggiando i temi. Scampoli
di swing miscelati a dissonanti, decise dinamiche, mentre basso e piano sono intenti
ad esporre il tema. Così il brano termina con un fulminante solo di basso e di tromba
con sordina prima di un finale dell'intera band. Lauren Sevian e Randy
Brecker introducono il secondo pezzo con un triste, intenso refrain, accompagnati
dal suono profondo del sax baritono che esegue il tema più lentamente impregnandolo
di energia e di una melodia persino ballabile.
Don't Let It Happen Here
ha visto la recitazione drammatica di Frank Lacy sui diritti alla libertà
e il giogo dell'oppressione. (ndr. la serata si è svolta nel periodo immediatamente
successivo all'uragano Katrina). Con Abraham Burton al sax, l'esecuzione
è ruotata intorno alle parole relative alla comunità e alla religione. Kenny
Rampton ha eseguito un solo alla tromba ricevendo i complimenti da parte di
tutti i suoi compagni della sezione fiati. Poi, in un altro brano, c'è stata la
partecipazione del pubblico attraverso il battito ritmico della mani su un motivo
di marcia. Teso, inquietante il tremolo degli ottoni accentuato da un effetto surreale.
Verso la fine del set, George Colligan, al piano, esegue un'introduzione
classica contrastata dallo swing percussivo di Donald Edwards e dal sostenuto
basso di Boris Kozlov. Si aggiungono i tromboni a tutto volume e improvvisamente
parte il tema di Shortnin' Bread.
Le parole recitate parlano delle miniere di diamanti africane, dei tozzi di pane
(1),
della libertà nelle scuole, più un pot pourri di frasi infuse di politica,
mescolate con una sorta di " pazzia" melodica e un solo con archetto del
contrabbasso. Gloria a Sue Mingus e alla Mingus Big Band!
(1) Shortnin' bread è un termine utilizzato per descrivere
la preparazione di molti tipi di pane del sud realizzati in modo sbrigativo e
con ingredienti poveri. E' come un pane di frumento con pezzi di pancetta. La
parola "shortening" si riferisce a tutti i tipi di grasso utilizzati incluso:
burro, lardo, strutto, olio o margarina.
Photo courtesy
by Mark Millen
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Data pubblicazione: 31/12/2005
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