di
Giorgio Buratti
..::La cintura::..
Al Festival del jazz di Bologna nel 1963
suono la sera prima del gruppo di C.Mingus. Il palco era un ring, eravamo
al palazzo dello sport.
La sera del suo concerto sono lì seduto in primissima fila con Raffaella.
Lo vedo scendere negli spogliatoi per cambiarsi; Raf mi dice: "….dai,vai!"
Lo seguo e scendo nello spogliatoio.
Stava cercando di allacciarsi i pantaloni ma non aveva una cintura.
Senza parlare poiché non conoscevo la lingua, mi slaccio i pantaloni sfilando
la mia.
Mi guarda preoccupato.
Mi avvicino e gliela porgo abbracciandolo; tutto senza dire una parola.
Gli consegno il mio primo disco "Jazz
forms for export" e lui capisce che sono un musicista e non un <beep>
innamorato!
Di lì inizia la nostra amicizia.
Dopo il concerto si va nella famosa cantina di Francesco Lo Bianco,
dove assai spesso avvenivano queste situazioni estemporanee, anche come dopofestival:
quella sera c'erano Charlie Mingus, Rune Carlsson, Danny Richmond, Jakie
Byard, Eric Dolphy, Amedeo Tommasi, Gato Barbieri, Franco
Ambrosetti, Clifford Jordan e altri. Mi ricordo che Mingus suonò
fino al mattino dopo alle sette.
Dopo la bella nottata usciamo insieme e Daniele Ionio commenta:
"la famiglia Buratti torna a casa"; infatti eravamo io, Mingus e
Raffaella. Il giorno dopo a Milano, cena al "Rebecchino" dove ordina un enorme
filetto che non finisce di mangiare e che si mette in tasca avvolto in un tovagliolo
dicendo che lo avrebbe terminato in albergo in quanto uno così non lo aveva mai
gustato.
Una mia amica gli regala un grosso cartoccio di splendide arance.
Poi mitico concerto al Teatro dell'Arte a Milano e grande baraccata al
"Little Club" in via Bonnet dove avevo il mio quartier/musical/generale.
Non abbiamo mai parlato di musica ma ci siamo comportati con grande semplicità
come se ci conoscessimo da una vita e ci fossimo ritrovati parlando di noi e della
nostra vita.
..::Ci vuole Tarzan::..
Mingus viene a Milano per un concerto al Palazzetto dello Sport
e mi telefona preventivamente chiedendomi la cortesia di fargli usare il mio contrabbasso.
Nessuno, e confermo assolutamente nessuno, ha mai solamente sfiorato il
mio strumento...Trattandosi di un grande amico e Maestro provvedo a portarglielo.
L'evento era organizzato dal mitico Leo Watcher geniale impresario
e fondatore del teatro Ciak nato nel 1977
tra le mura dell'ex cinema Dea, in quella che era allora la periferia di Milano.
Grande casino nei camerini (spogliatoi) e il mio contrabbasso in attesa
sul palco.
Il concerto inizia, Mingus mi chiama e dice che "per suonare
il mio strumento ci voleva Tarzan". Ho sempre tenuto infatti le corde
del basso molto alte sulla tastiera per avere una sonorità incisiva e molto hard.
Senza dubbio limitative della agile tecnica da dattilografa oggi in uso, ma artefici
di una voce esasperatamente ricca di pathos e mi si conceda grande swing
e per dirla alla Pino Candini, (compianto critico e giornalista) "vulcanica".
Mingus si mette un cerotto di protezione sulle dita e via!
Atmosfera oltremodo rovente e carica di tensione in quanto alcuni scalmanati
rimasti al di fuori volevano entrare senza pagare premendo per sfondare le porte
d accesso. Nonostante gli fosse stato concesso di entrare gratuitamente ed ordinatamente
per evitare danni peggiori; niente da fare, il branco frantuma, forza ed entra innescando
grande casino e preoccupazione. A quel punto Mingus decide la pausa a del
primo tempo.
Leo Watcher conoscendo la mie indiscusse doti di karateka (ero molto più
giovane, prestante e rissoso), mi dice con voce preoccupata: "stammi vicino per
favore!"….la mia risposta è: "Si, unicamente per proteggere il mio strumento
perché se qualcuno sale sul palco,…gli spezzo il collo!" Indubbiamente la mia
musica è sempre stata molto irruente ed esuberante come il mio fottutissimo carattere.
Dagli spalti sopra la platea un esaltato provvisto di un'armatura di plastica
(anima di un candelotto fumogeno esploso), usato dalla polizia all'esterno, lo lancia
con la precisione di un cecchino e colpisce in fronte (alla gatto silvestro) un
personaggio replicantepseudopolitico che era salito sul palco con l'intenzione di
innescare una filippica di convenienza.
Il personaggio con un macroscopico graffietto sulla fronte che non voleva
sanguinare, si accorge fortunatamente che una nanogoccia di sangue stava per sgorgare
dalla immensa ferita e……attende qualche istante e si passa la mano sulla fronte
imbrattandosi stoicamente e leggermente il viso! Inizia quindi una "blateratoria
alla Giglione" (personaggio del mio disco
Homo Sapiens? - VEDETTE
vpa 8334) contro non si sa bene che cosa.
Mingus capita l'antifona interrompe la farsa, sale sul palco ed inizia
un magico secondo tempo.
Gli scalmanati rimangono affascinati ed ipnotizzati e tutto torna alla
normalità e l'aria e lo spazio si satura di grande ed affascinante musica.
Il mio contrabbasso mi sorride salvo ed integro e fa sentire la sua voce
sollecitato e guidato dal mio grande amico e Maestro purtroppo prematuramente scomparso!