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Ulf Wakenius
Vagabond
ACT MUSIC 2012 9523-2, distr.Egea
1. Vagabond
2. Message In A Bottle
3. Bretagne
4. Psalmen
5. Breakfast In Baghdad
6. Song For Japan
7. Birds And Bees
8. Praying
9. Chorinho
10. Witchi-Tai-To
11. Encore
Ulf Wakenius - chitarre
Vincent Peirani - fisarmonica
Lars Danielsson - contrabbasso, violoncello, wurlitzer piano
(n.8)
Ospiti:
Eric Wakenius - chitarre
Michael Dahvid - darbuka
Nguyen Le - chitarra elettrica
Youn Sun Nah - voce
Ulf Wakenius è fin troppo misconosciuto, almeno in Italia e, per buona pace
di tutti coloro i quali credono che le corde debbano essere toccate solo dagli americani
(per suonare del buon jazz), nel resto d'Europa e anche altrove, è stimato e acclamato.
Tant'è che fa parte della scuderia dell'Act a pieno titolo e, come si dovrebbe per
ogni squadra degna di nome, collabora con tutta la famiglia di artisti di Siggi
Loch.
Wakenius è un musicista globale che abbraccia tutta la musica, senza fare distinzioni,
rileggendola secondo i suoi canoni. Ibrida con naturalezza: non vi sono forzature
negli arrangiamenti, sempre fluidi, sciolti e personali. Se si mettesse da parte
il box che contiene il disco e lo si lasciasse suonare in libertà, "Vagabond"
parrebbe misterioso, perché non inquadrabile e non riconducibile a nessun autore
in particolare, ad eccezione della tecnica e del suono del chitarrista svedese che
risulta ben chiaro.
La traccia eponima (a firma di Ulf e Eric, quest'ultimo è il capace figlio del
leader) ne è lo specchio, poiché fonde magistralmente il jazz con la musica arabo-andalusa.
Il vagabondaggio artistico di Wakenius si sente nelle sue composizioni. Attinge
alla tradizione folclorica bretone in "Bretagne" e si tuffa nel Maqam
liberando arpeggi dai mille colori in "Breakfast In Baghdad", brano già consegnato
a Youn Sun Nah per l'album Same Girl (Act, 2010). E la sorprendente cantante
coreana qui restituisce il cadeau con una versione da pelle d'oca di "Message
In A Bottle" di Sting & Co.
Wakenius parla tanti dialetti musicali, tutti a modo suo, anche quando lucida
Attila Zoller in "Birds And Bees", la cui melodia sviluppa arrotando il legato
e il décalage. Immerge, mercé Vincent Peirani, "Chorinho" di Lyle Mays in
un nuovo prisma di suoni e colori, con il groove rotondo di Lars Danielsson
in proscenio.
Spesso chi parla troppe lingue, alla fine, fa confusione. Wakenius, invece, ha
un vocabolario ricco di tanti lemmi che usa nel migliore dei modi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 05/08/2012
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