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Gabriele Mitelli
Hymnus Ad Nocturnum
Parco della Musica Records (2014)
1. Track Listing:
2. Maddalena
3. Theme for K
4. Jeanne Hebuterne
5. Rains on the Wire
6. Il giardino di Renoir
7. Antonio Gramsci
8. Missarà
Gabriele Mitelli - trumpet Alfonso Santimone - piano Giulio Corini - double bass Nelide Bandello - drums
Nel panorama jazzistico nazionale, pur nella sua complessità, si possono distinguere,
generalizzando con un po' di approssimazione, un filone di musica di impatto impegnativo,
legata spesso a pratiche improvvisative senza rete e senza remore e un filone collegato,
invece, alla valorizzazione di aspetti melodici, come tradizione nel nostro paese,
di ascolto più semplice, con gradi diversi di esito e profondità. Gabriele Mitelli
tenta la difficile impresa di far coesistere i due mondi apparentemente incomunicabili.
E' una vera e propria scommessa. Il musicista bresciano armonizza, infatti, una
scrittura ben articolata di temi piani, intellegibili, anche se provvisti di una
struttura e di un andamento ricercato con i climi, i cliché del camerismo free,
di un jazz influenzato dall'incontro con la musica colta del Novecento. Il coraggio,
la voglia di rischiare non difettano di certo a questo giovane trombettista, fra
i fondatori del collettivo Res e che ha al suo attivo collaborazioni eccellenti
con Giovanni Guidi e Markus Stockhausen fra gli altri.
Mitelli, nei sette brani, espone i motivi, privilegiando il registro medio della
tromba, li dispiega salendo di tono con un timbro netto e propositivo, rifuggendo
dal vibrato. Santimone, di spalla, commenta le narrazioni del leader, innestando
una serie di procedimenti espressivi antiaccademici. Le note del pianoforte sono
sovente soppesate e lasciate cadere a pioggia. Non mancano i clusters, le sospensioni
improvvise, gli accordi ripetuti e ribattuti, mentre il suono della tromba, a volte,
diventa un soffio, prima di ritornare nuovamente voce dolente e pura. Alla ritmica
è concessa una considerevole libertà d'azione. Accanto ai due solisti, basso e batteria
marciano sciolti, slegati da obblighi di accompagnamento stretto, andando avanti
con un assolo full time, limitato dalla sola necessità di contrastare e allo stesso
modo conciliare, musicalmente, in un discorso sfilacciato, solo in apparenza, ma
fortemente coeso, quanto prodotto da tromba e pianoforte.
Il disco offre, così, cinquanta minuti di musica viva, palpitante, contemporanea,
ma mai ostica o sconvolgente per l'orecchio. Fra i sette brani del cd si raccomanda
in particolare il conclusivo "Missarà", dove la bellezza di un'idea faticosa e sofferta
è messa in circolo da una tromba che fa uscire le note dalla campana come gli artigiani
di Murano fanno venire fuori la colata di vetro dai loro tubi. Santimone, successivamente,
scorrazza in sinergia sugli ottantotto tasti, prendendosi molte licenze dalla tonalità,
per comporre, poi, una frase facile e malinconica su cui parte l'intervento di basso
e batteria, stavolta a sostenere il tempo del brano in un crescendo che progressivamente
va a morire.
"Hymnus ad nocturnum" è dedicato ad una serie di grandi protagonisti del secolo
scorso, da Pasolini a Utrillo, da Modigliani ad Artaud. E' un altro segno che il
musicista lombardo c'è, ha gli occhi bene aperti sull'arte in generale. Non si riduce,
insomma, a coltivare solamente il suo orticello (la sua proposta musicale).
L'album, in conclusione, si rivela coerente, ricco di stimoli, di soluzioni felici
ed è sorretto da un obiettivo di fondo definito e portato a compimento in maniera
egregia.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/11/2014
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