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Collettivo Gallo Rojo
El Dia Del Los Muertos
El Gallo Rojo (2013)
CD 1:
1. El Gallo Rojo (S. Massaron) - 3:58
2. Bill (D. Gallo) - 5:50
3. Toni Samba (Z. De Rossi) - 4:20
4. The Twins Dancing In Space [This Isn't Happiness] (M. Sorrentini) - 13:28
5. Relaxed Contractions (A. Succi) - 4:19
6. Resertic Dumba [Understated Roboance] (P. Bittolo Bon) - 8:09
7. Damn He Still Alive! (B. Scardino) - 9:55
CD 2:
1. Brood On (F. Bigoni) - 11:59
2. Lonely Tuning (E. Terragnoli) - 3:32
3. Inside (D. Sillato) - 5:20
4. SandQuake (A. Santimone) - 7:27
5. Più in basso di così non posso (N. Bandello) - 7:56
6. A Dot In The Sky (S. Senni) - 4:01
Francesco Bigoni - sax tenore, clarinetto
Achille Succi - sax alto, clarinetto basso, shakuhachi
Piero Bittolo Bon - sax alto, clarinetto contralto
Beppe Scardino - sax baritono, clarinetto basso
Dimitri Sillato - violino, pianoforte
Enrico Terragnoli - chitarra, banjo, campionatore
Simone Massaron - chitarra
Alfonso Santimone - pianoforte, organo, laptop
Danilo Gallo - contrabbasso
Stefano Senni
- contrabbasso
Giulio Corini
- contrabbasso
Massimiliano Sorrentini - batteria, percussioni
Nelide Bandello - batteria, percussioni
Zeno De Rossi - batteria, percussioni
Martino Fedrigoli - rumori
www.elgallorojorecords.com
info@elgallorojorecords.com
"El gallo rojo" è un insieme di musicisti, nonché un'etichetta discografica che
ha pubblicato una serie di lavori spesso e volentieri fuori dalle strade più battute,
seguendo un percorso in diagonale, a zig zag, evitando le vie agevoli e rettilinee.
Arrivati alla cinquantesima uscita, le menti del collettivo hanno concordato di
ricordare l'evento con un doppio cd tutt'altro che autocelebrativo. In questi casi,
in genere, si procede alla compilazione di un'antologia, ricavando gli estratti
dagli album licenziati fino a quel momento. Nulla di tutto questo.
Per l'occasione
sono stati scelti quattordici brani originali, a firma dei vari membri e si sono
registrati gli stessi a Lari al Sam World studio, in una sorta di ritiro spirituale-creativo.
Il gruppo si è suddiviso in diversi tipi di formazione. Si va dal solo al trio,
al quartetto a ensemble più numerosi, fino a inglobare tutti gli artisti coinvolti,
in alcuni pezzi. Ascoltando il disco non si avverte distacco o cesura fra una composizione
e l'altra. Ci si trova, infatti, di fronte ad una musica dalle molte sfaccettature,
ma sorretta da un'idea forte di base, tale da rendere omogenee le varie tracce,
nella loro evidente eterogeneità. I bandleader si alternano ma l'elemento unificante
è la regola: niente è o deve essere mai come sembra: tutto è sempre messo in discussione.
Così si ascolta una larga melodia di derivazione messicana, indirizzata verso una
deriva da orchestra free. Si transita da climi country apparentemente tranquilli
all'espansione di assoli di sax torridi, svincolati in apparenza dal clima sviluppato
in precedenza. Si arriva al blues, un blues verace, dopo un' introduzione sospesa
di effetti e rumori elettronici. C'è spazio per un camerismo free, con unisoni anomali
fra violino e ance e uno sviluppo ritmico cauto in attesa di un'esplosione che non
vuole e non può arrivare. Altrove il canto lirico di una chitarra acustica apre
la ricerca di un suono primitivo da parte dei sassofonisti, tutti impegnati a soffiare
con attenzione, per non andare sul cacofonico, sul bocchino dei loro strumenti privati
dell'ancia. E ancora: Dimitri Silato, violinista patentato, si incanta a operare
con il riverbero timbrico di un pianoforte, disegnando frasi scure, cupe in un breve
intermezzo tra accordi e note magre, inquietanti e brevi pause cariche di pathos
sotterraneo. Ogni situazione, insomma, è propizia per aprire scenari contrastanti,
per contraddire quanto costruito sino a quel momento con un andamento tanto consequenziale
dei pezzi e logico, quanto imprevedibile. I protagonisti partecipano all'avvenimento
con una grande voglia. L'entusiasmo, la passione che ci mettono in questa impresa
balza agli occhi in ogni circostanza.
E' da sottolineare, in primis, l'eccellente lavoro di basso e percussioni, sovente
raddoppiati o triplicati. Massimo Sorrentini, Zeno De Rossi e Nelide Bandello
fanno tutto e il contrario di tutto: accompagnano in modo tradizionale e antitradizionale.
Si abbandonano paciosi sui ritmi latineggianti e diventano austeri e misurati quando
l'atmosfera lo richiede.
Giulio Corini,
Stefano Senni
e Danilo Gallo garantiscono un appoggio, un'assistenza continua, cantando,
come si suol dire e portando la croce. Gareggiano, senza competere, in una accademica
prova di bravura con spirito cooperativo. Achille Succi, Piero Bittolo
Bon e Francesco Bigoni svolgono pure lavoro di sezione, incredibile a
dirsi. In altri contesti si danno botta e risposta con interventi di raro peso specifico.
Negli assoli rivelano la loro conoscenza enciclopedica della musica afroamericana,
filtrata da un gusto individuale, personale. Beppe Scardino è la voce grave
del sax, un vero pilastro. Nella traccia di sua pertinenza, svela il suo amore per
il jazz chicagoano, "From the ancient to the future", come da titolo di un cd targato
AACM. Le radici ben piantate nel passato e lo sguardo puntato oltre l'orizzonte.
Dimitri Silato inserisce il timbro tagliente o morbido del suo violino nel sound
complessivo dell'insieme in maniera determinante. Senza il suo contributo con l'archetto
la musica complessiva sarebbe differente
Alfonso Santimone è pianista competente con il pallino per gli effetti elettronici
e sa entrare e rivoltare i brani, ove occorra, secondo la sua cultura e sensibilità,
dimostrando una personalità già ben definita.
Enrico Terragnoli e Simone Massaron imperversano con le loro chitarre,
acustiche o elettriche in modo discreto. Ci sono, si sentono, ma non prevaricano
il lavoro degli altri.
Martino Fedrigoli è quasi un intruso, un non musicista. Si introduce per
portare i rumori del quotidiano, l'acqua su una carta, all'interno di "Sandquake".
"El dia de los muertos", malgrado il titolo da 2 novembre, non proprio una festa
almeno in Italia, rivela l'ottima salute di un collettivo di musicisti, sovrabbondante
di idee, di iniziative, con la precisa intenzione di portarle avanti in comune,
in società. Lunga vita a "El Gallo rojo", quindi.
Gianni Montano per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 25/11/2013
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