Parlare di
Franco D'Andrea
potrebbe risultare pleonastico. Certo è che il pianista e compositore di Merano
è tra i pochi veri "indiana jones" della musica afro americana in Europa. A conferma
di ciò è l'approdo alla major Blue Note con un progetto che identifica semanticamente
il percorso fin qui svolto da D'Andrea.
The Siena Concert
è stato registrato dal vivo il 26 luglio del 2006
presso l'Enoteca Italiana e nell'ambito della rassegna storicamente organizzata
dalla Fondazione Siena
Jazz. La fotografia di uno spaccato musicale del compositore trentino che
regala impianti metrici sempre diversi, senza mai omologare il suo suono. A chiare
lettere emerge l'affiatamento del quartetto ed il raffinato dialogo strumentale
via via consolidatosi a partire dal 1997, anno
in cui licenziò Jobim, opera prima del sodalizio.
Le cellule tematiche perfettamente articolate da
D'Andrea
sono vissute in profondità da tutti i musicisti del gruppo. Sei medley i cui brani
recano la firma del leader, fatta eccezione per Good Bye
Pork Pie Hat di Mingus, cammeo posto a chiusura di
Old Time Blues. I brani si snodano in un flusso
continuo e avvolgente: In To The Mistery, struttura
complessa ed aperta con la tessitura sabbiosa Ayassot quale overture di cromatismi
sincopati. L'universo african- monkiano di Riff,
le soluzioni intervallari "danzanti" di Dancin'Thirds,
Dancing Colours dal ritmo funk; le straordinarie
tensioni liriche, rapsodiche di Slow Five che
si plasma con i ritmi latin medium tempo di Another Riff
fino a raggiungere un fremente tessuto improvvisativo contemporaneo in costante
evoluzione che attraversa la storia del piano jazz.
D'Andrea,
oggi personaggio chiave dell'improvvisazione, ha dei compagni degni del suo cenacolo:
il puntuale linguaggio eteroglotto di Andrea "Ayace" Ayassot, la complessità
ritmica di Zeno De Rossi, batterista di notevole caratura e le pulsazioni
sonore, ariose e concise, di Aldo Mella.
Tutti i medley sono nati sul palco, lasciati alla libertà espressiva dei
musicisti, ulteriore segno tangibile dello spessore del quartetto.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 17/08/2009
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