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 Alla problematica della destrutturazione dei temi e della miriade di collegamenti 
(anzi di possibilità) che essi creano,
Franco D'andrea 
ne è da sempre legato. Da qualsiasi punto di partenza inizi la sua "strategia dello 
sviluppo" essa si dipana tra mille rivoli nascosti che poi correlati si raggomitolano, 
esplodono, raggiungono universi esemplari vivendo mirabilmente di vita propria.
 
 
 Ma è il quartetto del pianista meranese che sostanzialmente 
"funziona". Agile alle ambivalenze, mobile nella sua naturale totalità che racchiude 
in sè esperienza contemporanea, lezione di classicità, ampi riferimenti agli anni 
Sessanta e poi ancora a Tristano e Strayhorn, Jelly Roll Morton, Monk e all'intera 
letteratura originale a firma dello stesso leader. Di quel
D'Andrea,
impareggiabile pianista e rigoroso compositore che ha sapientemente partorito 
nel corso della sua quarantennale carriera arte e modernità, preveggente (re)visione 
del passato, poesia e gioco della meraviglia.
 
 Interamente registrato al Cirie Jazz Arts @ Festival nei pressi di 
Torino, questo "Half The Fun" racchiude alcuni dei molteplici 
aspetti di un percorso che, da evento casuale, costruisce azioni ben delimitate 
o che viceversa, porta i musicisti e gli ascoltatori ad un'avventura da condividere 
quasi come la visita dentro un magnifico hermitage di suoni e di colorazioni.
 
 Le due prime suite, Afro Abstraction e Linee Oblique, rappresentano 
un po' tutto questo: una finestra sul mondo che si moltiplica, sfugge da se stessa. 
S'insegue.
 Ayassot - specialmente al soprano - ne libera le membra, ne dispone la liricità 
mentre D'Andrea, 
tracciando i modelli generali, pone le fondamenta delle varie umanità del jazz che 
abitano i suoi percorsi. Compito della ritmica è quello di trasformare lo strumento 
ricettivo in creativo sulla scia di una tattica contenutistica ineguagliabile, non 
solo funzionale ma costruttiva. Plauso dunque ad Aldo Mella, contrabbassista 
dal lessico completo e profondo conversatore e a Zeno De Rossi, sensibile 
alle fenomenicità atmosferiche che volta per volta si espandono e si rinnovano sul 
palco.
 
 Perdendosi dentro il prezioso flashback di Lush Life e nella misteriosa 
finissima ballad intitolata Grapes,
D'andrea
completa un disco di ineguagliabile bellezza, concentrando in essa "moderna 
storia" attuale e l'arte sublime dei vecchi maestri. Il tutto in un modello di scrittura 
colta, significativa per la musica di oggi e giocosamente incantevole per quella 
di domani.
 
 Gianmichele Taormina per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 | | 16/07/2011 |  Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) | 
 | 15/05/2011 |  Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) | 
 | 21/06/2009 |  Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) | 
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| Questa pagina è stata visitata 3.382 volte Data pubblicazione: 16/02/2010
   
 
 
 
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