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Orange room
Elegy For The Punk Movement
El Gallo Rojo 2010
1. Superstore People
2. Elegy For The Punk Movement
3. Posthuman Song
4. The Onanistic Side Of The Train
5. Orange & Wet
6. L.O.V.E.
All compositions by Giuseppe Scardino
Beppe Scardino - baritone sax, bass
clarinet
Piero Bittolo Bon - alto sax, alto clarinet, flute
Francesco Bigoni - tenor sax, clarinet
Pasquale Mirra - vibraphone
Antonio Borghini - double bass
Federico Scettri - drums
www.elgallorojorecords.com
info@elgallorojorecords.com
Il titolo del cd fa riferimento alla cultura punk, ma la musica che si ascolta è
piuttosto lontana da quella prodotta in Inghilterra dagli anni settanta in poi,
anche se con un'analisi più attenta, si possono scoprire alcuni elementi di relativa
promiscuità con l'estetica maturata all'interno di un movimento che ha riguardato
anche le altre arti e il costume, imponendo in tutto il mondo un modo di vestire,
di atteggiarsi, che ha influenzato i decenni successivi.
Il sestetto "Orange Room" realizza un disco piuttosto impegnativo all'ascolto, ma
con molti motivi di interesse. Le tre ance dialogano fittamente fra di loro in modo
dissonante, lasciando la scena, sovente, ad un solo strumento che deve costruire
un intervento destrutturato o destrutturante. Pasquale Mirra al vibrafono
evita il ruolo di armonizzatore. Si limita a sistemare note di commento al discorso
portato avanti dagli altri, o prende l'iniziativa per curvare la musica verso altre
atmosfere. Borghini e Scettri non sono utilizzati per tenere il tempo o suggerire
un ritmo. La loro funzione è quella di andare dietro a tutto quello che stanno architettando
i partners contribuendo al suono complessivo del gruppo. In particolare il batterista
usa poco i piatti. In un contesto di camerismo free, più o meno dichiarato, i suoi
colpi sulla pelle dei tamburi suggeriscono l'idea di un qualcosa di grezzo e di
involuto e qui gli agganci al punk con il sound semplice e aspro dei nomi di punta
di quella corrente ci stanno tutti.
Anche la progressione dei brani è piuttosto fuori dagli schemi. Si parte con un
inizio meditativo, carico di aspettative, che raramente si trasforma in qualcosa
di più "domestico", con un vago sentore di swing, pure inteso in senso lato. Più
spesso i brani crogiolano nello stesso clima sospeso, atonale, senza una vera evoluzione.
Particolarmente elaborato è "Superstore People", che spazia da momenti di libera
costruzione da parte della front line Scardino-Bittolo Bon-Bigoni, a parti più jazzistiche
con vaghi rimandi alla lezione di Eric Dolphy, per lasciare la scena ad un
solo quasi blues da parte del sax baritono.
In "Elegy For The Punk Movement" il flauto assume sembianze Threadgilliane e, dopo
una lunga introduzione in area "contemporanea", ci pensa Scettri a riportare il
pezzo sulla terra scandendo ruvidamente il tempo sui tamburi.
In "Posthuman Song" si segnala un solo "scrostante"del clarinetto basso di Scardino
e un uso del flauto ipersoffiato da parte di Bittolo Bon. La tradizione dell'avanguardia
Anni Sessanta incontra l'avanguardia europea del 2011.
In "The Onanistic Side Of The Train" si colgono ricerche timbriche con "battimenti"
del clarinetto basso e contrasti fra gli altri strumenti, mentre il batterista suona
in modo scarno ed essenziale fra echi d'Africa e lo scorrere del Tamigi.
"Orange & Wet" è appannaggio, almeno inizialmente, del basso archettato di Borghini,
del vibrafono riflessivo di Mirra e della scomposta batteria di Scettri. Solo in
seguito prendono possesso del campo i clarinetti e il flauto per riportare il pezzo
su coordinate prossime alle sonorità europee (stile FMP) e a quelle vicine alle
produzioni di Wadada Leo Smith.
ll brano che maggiormente si distingue, a parere di chi scrive, è "Love" per la presenza di un "riff" anomalo, che si ripresenta
in sequenze fisse, eseguito in modo forte o fortissimo fra un vociferare "free"
dei fiati e un contributo di tutti alle parti obbligate (scritte?), per il lancio
di assoli altrettanto inconsueti, ma vibranti ed energici.
Non si possono stilare classifiche di merito fra i sei musicisti, tutti sintonizzati
sulle indicazioni del band leader, un vero primus inter pares, Beppe Scardino.
All'altezza della situazione i tre fiati, in possesso di una conoscenza approfondita
di tutto quanto avviene nella musica di oggi senza distinzioni di steccati. Adeguati
al compito di guastatori o di omologatori Borghini e Scettri, ben calati nel ruolo
loro assegnato. E' prezioso il lavoro di Pasquale Mirra, vero collante indispensabile
fra gli altri componenti.
"Orange Room", alla fin fine, si presenta come un gruppo vero, ben amalgamato, dove
la progettualità dei singoli si armonizza con le intenzioni del collettivo. E "Elegy
For The Punk Movement" segna un altro passo in avanti nella qualità della discografia
di Beppe Scardino e soci.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/05/2011
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