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Toni Cattano Ottetto
L'uomo poco distante
Fonterossa (2014)
1. L'uomo poco distante
2. Blue Requiem
3. Cammino sognante
4. Canto d'addio
5. Windows and Works
6. Repiti
7. Settembre
8. Tricortine
9. Warm Room
Carlo Cattano - flauti, sax soprano Marco Colonna - clarinetti Beppe Scardino - sax baritono, clarinetto basso Tony Cattano - trombone Pasquale Mirra - vibrafono Giacomo Ancillotto - chitarra Roberto Raciti - contrabbasso Daniele Paoletti - batteria.
L'uomo poco distante è una figura abbastanza singolare, ma comune nei cortei funebri.
La definizione si riferisce a quelle persone che mantengono un certo distacco, qualche
metro, dalla colonna dei familiari e degli amici, quasi ad indicare una partecipazione
alla cerimonia timida, riservata, attenta a non recare disturbo ai parenti e a quanti
abbiano avuto maggiore confidenza con il defunto.
Tony Cattano
dedica a questo personaggio non protagonista, di secondo piano, un disco che risente
dei suoi trascorsi bandistici giovanili, come della sua passione per un jazz impastato
nel blues, con evidenti inflessioni mingusiane.
Durante i funerali, soprattutto nel meridione, le filarmoniche eseguono un repertorio
di marce sinfoniche, provviste di una linea melodica triste, dolente e di una armonizzazione
articolata, ricca e solenne. Il leader dell'ensemble asciuga i toni ridondanti del
modello e si appoggia sugli strumenti a fiato, generalmente, per costruire un lavoro
di sezione, che, all'occorrenza, può essere interpretato, però, anche da un solo
elemento. Su uno sfondo classico, ritmo-sinfonico, si aprono, poi, assoli mai enfatici
o fuori contesto, ma sempre in tinta con il carattere proprio delle composizioni.
La parte scritta è prevalente, nei vari brani, ma i solisti hanno modo di brillare
con interventi incisivi sui temi, tanto da estendere l'idea compositiva stessa,
allargandone i confini e le pertinenze.
I motivi hanno una struttura piuttosto definita, coniugando il plot della tradizione
bandistica con l'anima della musica afroamericana. A suonare i pezzi sono, infatti,
otto jazzisti con storie più o meno simili e questo si avverte chiaramente nella
loro maniera di pronunciare e portare le frasi. In alcune introduzioni o in brevi
intermezzi si affaccia pure qualche incursione nell'idioma free, con il clarinetto
basso o il sax baritono a scombussolare la quiete, la delicatezza del suono complessivo,
attraverso un'esposizione estemporanea di note multiple. Sono deviazioni programmate
dalla strada principale, però, che rientrano velocemente.
Il livello delle tracce è più o meno equivalente, ma si segnala in particolare il
brano eponimo per un andamento cadenzato, maestoso e un crescendo successivo caratterizzato
da un dialogo stretto fra trombone e sax, punteggiato dal vibrafono, che va a sfociare
in un vociferare contrapposto e collettivo, in una sequenza conclusiva dove l'atmosfera
diventa sempre più calda e agitata.
Toni Cattano, in conclusione, riesce a sorprenderci con un album originale in cui
racconta la sua storia, attraverso il ricordo di esperienze vissute in modo appassionato
e il confronto con un presente progettuale, ricco di spunti e di espansioni creative,
ma indissolubilmente legato, a filo doppio, a quel passato
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/07/2016
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