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PieroBittolo Bon & Jump The Shark
Ohmlaut
El Gallo Rojo (2012)
1. When Will The Bruce Lee
2. Die Feuflische Quinlan
3. Heiligesruder
4. Samantha Fox AKA KawaiiOppai! Banzai!
5. Secret Life Of The Mullet People
6. Survival Advantages Of Visceral Fat
7. Quisats, Quisats, Quisats
Piero Bittolo Bon - sassofono contralto,
flauto
Gehrard Gschloessl - trombone, sousaphone
Pasquale Mirra - vibrafono, glockenspiel
Domenico Caliri
- chitarra elettrica, chitarra 12 corde acustica
Danilo Gallo - contrabbasso, basso elettrico
Federico Scettri - batteria
Registrato nell'aprile2011 al Catsound Studio. Tecnico del suono: Maria Marcassa
e Emanuele Chiericato
Tutte le composizioni sono di Piero Bittolo Bon
www.elgallorojorecords.com
info@elgallorojorecords.com
"Il motivo per cui dai un titolo ad un pezzo è per poterlo chiamare. Quando
ne hai bisogno lo chiami, dici: hei vieni qui!" (Steve
Lacy in Coda febbraio1977
intervistato da Roberto Terlizzi)
Chissà se Piero Bittolo Bon conosce l'aforisma lacyano. A giudicare dalla
complessità e improbabilità dei titoli parrebbe di sì ma solo a patto di un rovesciamento
di prospettiva e senso.
Giochi di parole iperbolici, citazioni alte e di basso ventre, icone dell'immaginario
collettivo popolare e punti di riferimento della cultura cine-musicale del trascorso
secolo vengono ugualmente stirati e grottescamente deformati attraverso la lente
di Bittolo Bon.
"Alto" e "basso", il virgolettato è d'obbligo non potendo più attribuire distinzioni
così perentorie, sono presenti nella proposta musicale del contraltista e flautista
a capo qui dei rodati Jump The Shark. La formazione, tra le più fresche ed interessanti
nel panorama nazionale (e non solo), è frutto della fervida e attentissima mente
compositiva di Bittolo Bon che qui, con felicissima mano, raduna attorno a sé cinque
compagni che, a fronte di un progetto così coerente e senza apparenti sbavature,
paiono insostituibili.
Proposta aggiornata e attentissima a quanto è accaduto, ed accade, nel vecchio continente
e oltreoceano. Ritmi sghembi, ora marziali o funk o da progressive rock, trovano
nella batteria cangiante di Federico Scettri un meraviglioso interprete. Musica
che nella scrittura e nelle sottigliezze timbrico compositive di Bittolo Bon
trova il suo punto maggiore di forza. Le scelte timbrico-strumentali sono aggiornate a quanto
di meglio è accaduto negli, tutto sommato non avari, ultimi due decenni: il sousaphone
e il trombone del bravissimo Gschloessl e la chitarra del fidato Caliri sviluppano
i temi articolati e ritmicamente sghembi. Il vibrafono, grazie soprattutto alla
scena chicagoana dell'ultimo decennio, è tornato presenza costante ed insostituibile
delle migliori proposte. Ma prima ed oltre tutto è l'insieme affiatatissimo e concentratissimo
ensemble a fare di questo Ohmlaut una tra le migliori incisioni degli ultimi anni
e un progetto affatto irresistibile.
Difficile e inutile indicare i momenti migliori. Su tutti, almeno per chi scrive
Secret Life Of The Mullett People aperto, per una volta, dai suoni cullanti
del vibrafono che subito trascolorano in una frase ritmica del trombone di Gschloessl
ripetuta e dialogante con il basso elettrico di Danilo Gallo: rapidamente
il tutto diventa il sostegno del frammento tematico del flauto di Bon, purtroppo
inascoltato nel resto dell'album; tema semplice e svuotato di ogni espressività
ripetuto come in un loop di Amon Tobin. Abbandonato dopo poche ripetizioni quando
la frase ritmica del sousaphone diventa un secondo, appena abbozzato tema, abbandonato
per un ampia perorazione del bravissimo Caliri. La chitarra è costantemente sorretta
da interpunzioni dei due fiati; poi ancora prende il sopravvento la frase ritmica
del sousaphone con chitarra e flauto a far da contrappunto. Al solismo del vibrafono,
che segue, fa da sfondo un tema cupo degno delle migliori meditazioni mingusiane
che su un ritmo marziale conduce ad un nuovo breve tema e, dopo un improvviso arresto,
torna la figura iniziale di sousaphone e flauto a far da chiusa. Descrizione volutamente
lunga, analitica e ai limiti del calligrafismo nel tentativo di render, almeno un
poco, conto della ricchezza e densità compositiva di Ohmlaut.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 20/11/2013
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