Artesuono 026 |
Gee -
Gallo -
Minetto
Cream of Mandarins
1. The flow 02:31 (D. Gallo) 2.
Cristiana 03:42 (A. Minetto) 3. Velvet Cloud 05:28 (J. Gee) 4. Wishbone 02:59 (J. Gee) 5. Lullaby of Birdland 04:28 (G. Shearing) 6.
Ali di farfalla, per Maria 08:06 (D.Gallo) 7. Cream of Mandarins 03:31 (J. Gee) 8. Tortadilla 02:33 (J. Gee) 9. Diamond* 05:13 (A. Minetto) 10. Come by J. T. 03:06 (J. Gee) 11. Three views of Rialto 07:10 (J. Gee, D. Gallo, A. Minetto)
Part 1 – jonathan 00:00 Part 2 – Danilo 01:14 Part 3 – Alessandro 01:59 Part 4 – Together 05:37
*dedicated to Rachel Gould and Riccardo Ruggeri
Jonathan Gee - piano Danilo Gallo - double bass Alessandro Minetto - drums
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Con un brano free, The flow, note di pianoforte che crescono d'intensità e poi si smorzano come onde marine, si introduce una produzione
discografica fra le più interessanti, frutto del felicissimo incontro fra il britannico Jonathan Gee, promessa del pianismo europeo (già membro del
Monk Liberation Front assieme al sassofonista Tony Kofi), e due giovani musicisti italiani, Danilo Gallo, contrabbassista, e Alessandro Minetto, batterista. I tre, incontratisi durante l'Appennino Music Festival 2003, hanno dato vita a un sodalizio che il ha portati alla programmazione di due tour italiani e, alla fine di ciascuno di essi, in sala d'incisione.
Il risultato è stato Cream of Mandarins, disco pregevole, quasi cinquanta minuti di una musica mai troppo lontana dalla tradizione da risultare ostica o cerebrale, mai troppo vicina ad essa dall'apparire un ennesimo banale esercizio di stile. Certo, un lavoro che chiede di essere "assimilato" con attenzione per coglierne appieno l'essenza,
ma che darà le soddisfazioni maggiori agli ascoltatori più attenti ai dettagli.
I brani sono undici, pochi dei quali superano i quattro minuti di durata, quasi tutti a firma dei componenti del trio: è forte in essi il senso della melodia, che tradisce le origini europee dei musicisti. Si nota chiaramente, peraltro, il grande affiatamento all'interno del gruppo, che consente ai tre di suonare apparentemente con estrema facilità dei brani che non mancano né di complessità, né di spunti originali.
Le composizioni vanno dalla nostalgia di Cristiana e dalla serenità di Diamond, entrambi frutto della sensibilità di Minetto, alle dolci Ali di farfalla, per Maria di
Gallo (da confrontarsi con la versione presente nell'album
The Venice Session dell'Aljoša Jerič Quartet, di cui il contrabbassista fa anche parte) e Wishbone di
Gee.
Da menzionare senz'alcuna esitazione Velvet Cloud, brano arioso, non semplice, uno dei più belli del disco, testimonianza delle capacità compositive del pianista britannico, così come lo sono la bella title-track, condita con sapori orientali, e Come to J.T., dall'inizio incerto, nervoso, che chiude infine dolcemente.
Interessante anche lo sviluppo di Tortadilla, brano costruito intorno al bell'assolo di
Gallo (mai scontate o banali le sue sortite nel corso del disco).
L'unico standard presente, Lullaby of Birdland, scrollatagli la polvere di dosso, è trasformato in un pezzo swingante, ricco di energia, con Minetto bravo a mettere in risalto il climax dell'assolo di pianoforte.
In chiusura Three views of Rialto: un brano impressionista, durante il trascorrere del quale i tre si alternano a dipingere un'immagine, un luogo, un'atmosfera, su un movimento a tempo libero; subentra poi per alcuni attimi una qualche metrica, su cui
Gee traccia dei contorni più definiti col supporto dei compagni, ma presto anch'essa svanisce e il trio ritorna a scandire gli ultimi istanti del disco affidandosi al momento creativo dei singoli, lasciandoci con una sensazione di attesa, e il piacere di domandarsi cosa sapranno proporci un domani questi giovani artisti.
Andrea Caliò per Jazzitalia