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Ayler's Mood (Innarella - Gallo - Baron)
Combat Joy
Aut Records (2019)
1. Part I (13.31)
2. Part II (5.30)
3. Part III (6.23)
4. Part IV (5.58)
5. Part V (12.30)
6. Part VI (9.09)
Pasquale Innarella - tenor & soprano sax Danilo Gallo - bass Ermanno Baron - drums
Tracks composed and improvised by Innarella-Baron-Gallo Live Recording on November 22nd, 2018 at Jazz in cantina – Rome
Gli spazi piccoli, raccolti, spesso sotterranei, sono quelli dove
circola (circolava, e speriamo torni presto a circolare) il jazz più nascosto e
avventuroso, o semplicemente quello più popolare, più vicino alla gente. In
questo cd Jazz in cantina, un locale romano sulla via Appia, ospitava un omaggio
ad Albert Ayler. Non avrebbe tuttavia alcun senso rendere tributo a un
musicista, specie uno mitico come Ayler (1936-1970, scomparso misteriosamente,
alfiere di un free personalissimo, unico, senza padri e senza eredi,
irripetibile) riproponendo le sue composizioni in un inutile intento imitativo.
E infatti i tre artisti protagonisti di questo incontro di Ayler ricercano – e
in qualche modo ritrovano – soprattutto il mood, come racconta il titolo del
disco. Ricercano il suo sgangherato, pazzo e bellissimo senso melodico, senza
arrivare ai suoi esiti estremi, e lo fanno con amore, rispetto, competenza e
creatività.
D'altronde su musicisti come Innarella, Gallo e Baron, si può
scommettere a occhi chiusi. Innarella, irpino da lunghi anni trapiantato a Roma,
è notissimo oltre che per l'attività discografica e concertistica, per il suo
prezioso lavoro didattico con i ragazzi delle borgate; Gallo, pugliese attivo in
quel di Milano, è uno dei più richiesti contrabbassisti e bassisti del jazz
italiano, protagonista da suo di pregevolissime produzioni discografiche; Baron,
il più giovane fra i tre, è un navigato batterista molto richiesto, che vanta
anche una formazione nell'ambito della musica contemporanea.
Ascoltarli insieme è un'esperienza coinvolgente, per il modo magistrale
in cui interagiscono nell'improvvisazione, che si sviluppa intorno al sostegno
armonico del basso semiacustico, suonato con creatività senza pari, pronto a
porsi in primo piano nei momenti in cui il sax tace. Sax che passa da toni calmi
e meditativi a sovracuti free con totale naturalezza, citando più volte
le sghembe marcette ayleriane.
Unico rimpianto non essere stati presenti al concerto, mitigato tuttavia
dalle belle note di copertina di Daniela Floris che aiutano a ricostruirne
l'atmosfera.
Vincenzo
Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/05/2021
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