Il fatto che i sette brani che compongono il lavoro siano senza "padrone",
cioè non si sappia chi sia il compositore, appare un segnale ben chiaro. La libertà
espressiva che Innarella intende marchiare deve essere totale anche nell'evitare
che l'ascoltatore possa essere influenzato dal compositore del brano.
L'essere di Pasquale Innarella si ritrova
tutto in questa sua ultima produzione discografica in studio(cronologicamente, nel
2007 è seguito il Live in Ceglie), traspare
la sua natura forte e da guascone, caratterizzata da un vissuto formativo intenso.
Un professionista che non produce tanto per fare un disco, ma pondera ogni suo lavoro.
E di questi ultimi tempi, tale dote, appare essere una rarità.
Nel merito: la libertà espressiva, come detto, la fa da padrone. Una sorta
di sincretismo tra l'hard bop ed il free reso cool dalle incursioni al vibrafono
di Lo Cascio. Freexland è il biglietto
da visita con accenni alle sale da ballo ed ai jazz club più focosi degli anni '50.
La matrice rollinsiana caratterizza l'album rendendolo vivacemente attuale,
senza mai cadere nel deja ecoute. Il solo del sassofonista irpino, in respirazione
circolare, di Orecchiettabile, è vigorosamente
sorretto dalla ritmica ed opportunamente contrappuntato da Caruso. Il quintetto
non perde mai di vista la nota. Non perde mai la ragione armonica ed il senso per
la melodia (Amarea).
Il passato "bandistico" del leader emerge – seppur edulcorato e bronzato
– in Ra Bumbardon. Innarella sa essere
sardonico, gigioneggia ed i suoi compagni lo sorreggono con pungente adeguatezza
accarezzando le feste di paese ed anche – sembrerebbe irriverente il paragone –
le liriche di Albert Ayler.
La main title chiude il lavoro. La sua cantabilità, segnata da un crescendo
psicotico o, meglio, psichedelico, pone in rilievo la magica sensibilità di Caruso
e la scioltezza ritmica di Pizzorno al contrabbasso e Altamura alla
batteria.
Ecco cosa si può tirare fuori quando si ha qualcosa da dire. Effettivamente.
Un lavoro da ascoltare con attenzione e storica dedizione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 18/05/2008
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