Gazzarra è un musicista poliedrico, dalle mille
tinte. Ha un passato ben noto nell'acid jazz, nel soul jazz. Vibranti ritmiche e
scommesse musicali che lo hanno reso noto anche al grande pubblico. Con un colpo
di coda intenso e sentito, si immerge nel minimalismo cameristico.
The Piano Room è il suo ultimo lavoro discografico,
licenziato dalla prolifica Terre Sommerse. Un salto nel passato da cui ha
sempre attinto, seppur rielaborando, i temi, le armonie e le melodie. Tutti brani
originali, scritti dal Nostro, ad eccezione della parentesi progressive data da
Watcher of the Skies dei Genesis di Gabriel
e Collins.
Un minimalismo che non concede tregua. Ogni suono, ogni nota, sono studiate
con opportuna lentezza. Il pianismo di Gazzarra identifica uno stato d'animo
in chiaroscuro ben sorretto dalle voci strumentali e, soprattutto, dai fiati che
conferiscono delle sonorità più jazzistiche. Le dinamiche espressive si evolvono,
seppur con una certa lentezza, con dei colori monocordi voluti e studiati.
Scattered by the winds of change e
The Garden Centre sono due anelli ben congiunti,
l'uno a completamento dell'altro.
Il lirismo narrativo prosegue anche nelle note struggenti del brano dei Genesis
che, invero, perde quell'empatica virilità che l'originale trasmette. Le forme sono
costruite su delle linee spirituali quasi catartiche. Un percorso astrologicamente
calato in sussulti new age. Sempre omogeneo, con l'evidenza letterale del soprano
di Milena Angelè, caustica ed al contempo risolutiva, soprattutto nei tratti
più ombrosi dei brani.
Gazzarra voleva evidenziare il rigore di certa musica. L'operazione è riuscita,
ma con un eccesso di melanconica monocordia.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 18/05/2008
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