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Silvia Bolognesi - Angelo Olivieri
Dialogo
Terre Sommerse (2013)
1. Art Deco
2. Dialogue
3. Prego
4. Occhiccé
5. BIM
6. The Looker in Luquer
7. Evidence
8. A child's prayer
9. I've grown accustomed to her face
10. Retrò
11. Floatin'
12. Ida Lupino
Silvia Bolognesi - contrabbasso Angelo Olivieri - tromba, pocket trumpet
Che cos'è in fondo un dialogo? Come recitano le note di copertina dell'album semplicemente
una "... comunicazione costante tra persone che […] permette di ridurre gli elementi
di dissenso e favorire la comprensione reciproca.
Se fosse però questa la sua vera essenza il discorso non si svilupperebbe mai. Proviamo
invece a pensarlo come una continua sfida, uno scontro che tenta di portare a galla
frammenti di realtà: una sorta di maieutica in cui i due musicisti tentano di cercare
la loro verità.
La contrabbassista Silvia Bolognesi ed il trombettista Angelo Olivieri
si incontrano al Teano Jazz Festival e danno vita ad un'arte della conversazione
fitta ed inferocita.
I due si cercano e si abbandonano, basta uno sguardo d'intesa e il brano cambia
un atteggiamento che ricorda la "conduction" del compianto Butch Morris
con cui la Bolognesi aveva collaborato assiduamente.
"Dialogue" si apre subito alla ricerca più sfrenata con la contrabbassista
senese che riesce ad ottenere timbri inediti, Olivieri gioca divertito con la sua
tromba tascabile e ci riporta alla memoria il grande Don Cherry.
"Occhiccè" scritta ed interpretata in solo dalla Bolognesi e "A child's
prayer", a parte inverse, del solo Olivieri sono due composizioni totalmente
improvvisate in cui i vividi umori dei due strumenti saturano lo spazio circostante.
Da ricordare la scelta, significativa, dei quattro brani non originali.
"Art Decò" di Don Cherry si sviluppa in tempo medio ed il suo tortuoso
incedere ci destabilizza. "Evidence" di Thelonious Monk riesce, in poco più di un minuto, a
stravolgere il tema del pianista del North Carolina. "I've grown accustomed to her face" di Lerner/Loewe ci riscalda con sua dolce
melodia tratta dal musical My Fair Lady. "Ida Lupino" di Paul Bley omaggia il grande pianista mettendo in risalto
il virtuosismo della Bolognesi.
In conclusione un progetto riuscito che ci lascia solo la voglia di far ripartire
l'album dalla prima traccia.
Nicola Barin per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/01/2015
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