Un'esploratrice "senza rete", di quelle che non hanno paura. Ciò non significa
che sia arrogante e presuntuosa: tutt'altro. Silvia Bolognesi ha costruito
il proprio bagaglio di musicista con opportuna fatica e dedizione. Ha lavorato duramente
e ciò traspare a chiare lettere anche da quest' opera fatta di composizioni originali,
tutte a sua firma tranne la ballad Settembre
del trombonista
Tony Cattano, brano di particolare intensità che evidenzia un minimalismo
evansiano di Giachero al pianoforte.
Silvia Bolognesi crede fermamente nell'interplay
e nei colori e timbri che si creano nell'istante, all'interno di una misura o di
un tempo o nell'ascoltare la nota altrui. Crede nel dialogo musicale fatto di accenti
differenti, dei lampi della creatività. Il dialogo scevro da manierismi ed improvvisazione
accademica.
Sul quaderno della contrabbassista toscana sono scritti una serie di appunti
colorati che vanno dal vermiglio del free edulcorato immerso nelle sonorità newyorchesi
di G.O. e Odd Walk,
con Cattano
in buona evidenza, alle azzurre sonorità orchestrali di
William's Dance.
Sbilenche armonie d'intonazione modale caratterizzano
Marchin' con Giachero – in particolare stato
di grazia – sinuoso e ricercato e
Tony Cattano
a rompere tale armonia con le sue impertinenti dissonanze.
Sembra un gioco, ben tessuto dalla leader che guida i dialoghi con garbo,
senza mai alzare la voce. L'uso dell'archetto nell'assolo introduttivo di
Esbjorn conferisce giusta energia e pathos alle
linee mistiche del brano.
Il paradigma estetico dell'album è nelle geometrie di Coda d'Inverno,
con l'impareggiabile apporto di
Tiziana
Ghiglioni, dall'inconfondibile timbro ed estensione vocale.
Silvia Bolognesi conferma la sua notevole lucidità compositiva e la sua
personale tecnica esecutiva.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/12/2008
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