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Danilo Gallo Dark Dry Tears
Thinking Beats Where Mind Dies
Parco della Musica Records (2016)
1. Boogeyman
2. Day of Judgement
3. Molekularni Vandalizem
4. The Abandonement
5. Death of Giant Pendulum Clock
6. Pearls to Pigs
7. Paranoic Personal Disorder
8. Silent Love for the Blind
9. Funeral of a Memory
10. The Flight of an Incubus
11. The Loneliness of Sound
12. Thoughts in Pills
13. Zentralfriedhof Friedrichsfelde
Danilo Gallo - bass guitar, bass VI, electronic effects Francesco Bearzatti - tenor sax and clarinet Francesco Bigoni - tenor sax and clarinet Jim Black - drums Kathya West - vocals (7, 11)
Recorded on March 30th and 31st 2015 at Auditorium Parco della Musica in Rome
Cessata – ma spererei solo sospesa – la grande avventura del
collettivo El Gallo Rojo, il bassista Danilo Gallo si impegna in un cd in
quartetto con i tenori e i clarinetti di Bearzatti e Bigoni, individuabili grazie
alla stereofonia – Bearzatti a sinistra e Bigoni a destra -, e con la trascinante
batteria dello statunitense Jim Black. Visti i risultati, è un vero peccato che
questo Dark Dry Tears non sia un gruppo stabile. La musica che si ascolta nel disco,
tutta composta da Gallo tranne Pearl to Pigs a firma anche dei due fiati,
è basata sul rude e dinamicissimo drumming di Black, affiancato dal basso martellante
e dagli effetti elettronici del leader, efficacissimo sostegno ritmico sul quale
le voci dei sassofoni e dei clarinetti poggiano incrociandosi in pregevolissimi
assolo, ma anche contribuendo a sviluppare le trame delle composizioni, alcune lente
e meditative (particolarmente suggestive The Abandonment, Funeral of a
Memory, The Loneliness of Sound). In due brani, Paranoic Personal
Disorder e il già citato The Loneliness of Sound è stata sovraincisa
la voce di Kathya West, ideatrice anche dei titoli delle composizioni.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 18/03/2018
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