Blue Note 2005
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Gianluca Petrella
Indigo4
1. Trinkle, Tinkle (T. Monk) 3:54
2. The Middleman (G.Petrella) 2:06
3. Lazy Moon (Cato, Dawes, Findlay, Lee, White) 7:30
4. Mr. Wolf (G.Petrella) 3:40
5. Sacred Whale (G.Petrella) 5:51
6. I Got Bad (D.Ellington) 4:28
7. Mood Indigo (D.Ellington) 6:33
8. Two In a Hole (G.Petrella) 2:07
9. There Comes a Time (T.Williams) 6:27
10. Stockholm 64 (G.Petrella) 4:00
11. I.s.t.r. (G.Petrella) 6:10
12. A Relaxing Place On Venus (G.Petrella) 4:22
Gianluca Petrella - trombone, live electronics, samples Francesco Bearzatti - sassofono tenore, clarinetto Paolino Dalla Porta - contrabbasso Fabio Accardi - batteria
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Indigo4 è senz'altro
un disco intrigante e particolare, che dichiara da subito tutta la sua irriverenza
e la voglia di muoversi in una dimensione comunicativa, affidandosi ad una sensibile
ricerca dei timbri, inserita in una concezione dei brani minimale in cui le strutture
– spesso semplici, per non dire inesistenti – lasciano la scena al devastante trasporto
dei suoni del collettivo.
Se da una parte era lecito aspettarsi da
Petrella
un lavoro innovativo ed ironico – rispetto alla coesa e convinta schiera dei musicisti
jazz di oggi – dall'altra, un risultato così, definito da una forte carica di idee
e personalità, non era per niente facile da immaginare.
Il primo brano Trinkle,
Tinkle (T.Monk), basato su una continua ripetizione del tema, stuzzicato
da inserimenti elettronici e da improvvise sospensioni delle linee del contrabbasso
e della batteria, rivela tutta l'energia di questa brillantissima formazione, affilatissima,
che si ripete subito nella traccia successiva,
Sacred Whale (G.Petrella),
toccando livelli di intensità davvero alti – fra tutti, lo splendido tenore di
Bearzatti
– dal sapore colemaniano.
Dodici brani, insomma, che dichiarano la poesia di un musicista sopra
le righe, coraggioso e straordinariamente capace, vicino a Duke Ellington,
quanto alle nuove sperimentazioni elettroniche – poche in realtà in questo disco
– che alla pari dei grandi contemporanei sa imporre il proprio sound e trascinare
i musicisti da cui è affiancato.
Consapevole e rispettoso della storia,
Petrella,
riesce quindi con maestria a liberarsi del peso della retorica, trovando una propria
voce originale, libera, che sa collocarsi con intelligenza in un terreno indefinibile
e confuso, quale oggi sembra essere il mondo del jazz.
Marco De Masi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 13/05/2006
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