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Claudio Cojaniz – Francesco Bearzatti
Beat Spirit
Caligola 2122
1. Tanx (F. Bearzatti)
2. Busy Street (C. Cojaniz)
3. Funeral X (F. Bearzatti)
4. Black Panther (C. Cojaniz)
5. Electric Voodoo (C. Cojaniz/F. Bearzatti)
6. Snap (F. Bearzatti)
7. Sexi Brinjevec (C. Cojaniz/F. Bearzatti)
8. Blue dynamo in a starry night (C. Cojaniz/F. Bearzatti)
9. Bandoneon (C. Cojaniz/F. Bearzatti)
10. Habanera (C. Cojaniz)
Claudio Cojaniz - piano
Francesco Bearzatti
- tenor sax
Lorenzo Acquaviva - voice
Recorded, mixed and mastered by Andrè Valfré at Magister Recording
Area, Preganziol (Treviso), on June 8 and July 29, 2008
Cojaniz-Bearzatti. Due dei musicisti più creativi e rivoluzionari
del nostro panorama jazzistico. Non potevano essere che scintille. Ed è realmente
così, in questo concentrato evento discografico, che mette a confronto il pianoforte
di Cojaniz e il clarinetto e il sax tenore di Bearzatti con gli intermezzi recitati
da Lorenzo Acquaviva, tratti dal volume del pianista Cobra 13, Udine,
Edizioni Kappa Vu, 2007.
Una illuminante introduzione per clarinetto solo conduce
a Busy Street, un sapido e solare omaggio a un duo storico, quello tra
Archie Shepp
e Dollar Brand, tenuto conto delle debite differenze stilistiche. I due protagonisti
si dividono le composizioni, alternando con efficacia le atmosfere. Così si passa
dal solenne Funeral X, una intensa marcia funebre, agli intrecci di Black
Panther ed Electric Voodoo, a un altro breve interludio clarinettistico
che conduce a un episodio informale, per confuire in una elegiaca Blue dynamo
in a starry night, canzone romantica e notturna, sino alla chiusura affidata
al solo pianoforte, che si concede una classica habanera.
Il jazz, per Cojaniz, che lo scrive sul booklet che accompagna
il cd, ma anche per Bearzatti, è la voglia di cambiare il mondo. E per entrambi,
come dice l'ultimo verso della lirica Busy Street, "suonare è un evento d'amore".
Lo si sente benissimo nella loro musica.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 25/07/2010
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