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Baba Sissoko
Mediterranean Blues
Caligola (2017)
1. Mediterranean Blues
2. Amina Blues
3. Afro Blues
4. Sahel Blues
5. Diaradi Blues
6. Damako Blues
7. Nomad Blues
Baba Sissoko - voce, ngoni, tama, timbales Alessandro De Marino - clarinetto, tastiere Angelo Napoli - chitarra elettrica Erick Jano - basso elettrico Kalifa Kone - batteria
ospiti:
Domenico Canale - Fabrizio Canale: armonica
Baba Sissoko è un artista maliano residente da molti anni
in Italia, per la precisione a Cosenza. Non si contano le collaborazioni eccellenti
nel suo curriculum, dall'Art Ensemble of Chicago a Dee Dee Bridgewater, da Enzo
Avitabile agli Odwalla. I suoi strumenti prediletti sono una specie di liuto di
origine etnica, chiamato ngoni, oltre alle percussioni africane, tama e timbales.
In questo disco, registrato live a Patti, provincia di Messina, lo troviamo in una
formazione mista, accanto a partner della sua terra e a due musicisti italiani nella
formazione-base. Per rendere ancora più ricco timbricamente il sound della band
intervengono, poi, come ospiti, due armonicisti dall'approccio bellicoso e infuocato
Sissoko muove da una teoria ben precisa, avvalorata pure da studiosi del ramo, che
il blues sia nato in Africa e perciò, coerentemente a questo assunto, propone sette
brani che finiscono con la parola blues. Nella cover sono contenute sue divagazioni
sul significato degli stessi titoli, tutte riconducibili a concetti di pace, fratellanza
e comprensione fra popoli di cultura e tradizioni diverse. Il suo messaggio, fin
troppo esplicito e didascalico, in soldoni, è che la musica non debba avere confini,
come del resto la nostra civiltà e debba accogliere tutto e tutti.
Nelle sette tracce si può ascoltare un rock-blues con cadenze africane, spinto,
di grana grossa e con un incedere piuttosto uniforme, alla lunga faticoso. Si lavora
secondo un canovaccio abbastanza comune ai vari pezzi. Si comincia con un motivo
enunciato dallo ngoni del leader e si procede aggiungendo sottolineature ritmiche
e armoniche, fino all'uscita in assolo dello strumentista di turno, mentre il tema
rimane in sottofondo o torna in primo piano in un'atmosfera sempre più carica, incandescente,
sino alla fine della composizione. Su questo magma ribollente si impone la voce
di Sissoko, ora modulata sulle melodie, ora urlata nei passaggi più accalorati.
In alcuni pezzi, invece, il griot espone in un buon italiano le sue idee, o ricordi
legati al paese d'origine con un recitativo vibrante ed appassionato.
Baba Sissoko opera sicuramente in buona fede e i suoi partner lo seguono con assoluto
rispetto per il suo modo di concepire la vita e la musica. Dal vivo, probabilmente,
l'impatto anche visivo riesce a coinvolgere e a conquistare il pubblico. Su cd si
rileva, invece, una sostanziale povertà di inventiva, con brani tirati avanti dagli
otto ai dodici minuti, tutti molto simili, sviluppati secondo uno schema ripetuto,
facendo leva principalmente sull'energia e lo slancio emotivo dei protagonisti del
concerto. Insomma, a conti fatti, questa world music afro-mediterranea, secondo
la definizione del medesimo autore, lascia un po' perplessi, non convince pienamente.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/12/2018
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