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Massimo De Mattia
Trilemma
Caligola (2013)
1. Trilemma (Cesselli)
2. About nothing, with precision (Cesselli, De Mattia, Turchet)
3. A separate reality (Cesselli, De Mattia, Turchet)
4. Disamore (Cesselli, De Mattia, Turchet)
5. Transcendence (Cesselli)
6. Rapid obsolescence (De Mattia)
7. Minotaur (Cesselli, De Mattia, Turchet)
8. Soziale plastic (Cesselli, De Mattia, Turchet)
9. Not to see, not to be seen (Cesselli, De Mattia, Turchet)
10. Atlas of contempt (Cesselli, De Mattia, Turchet)
11. Fission (De Mattia)
12. Lost God (Cesselli, De Mattia, Turchet)
13. Confutation (Cesselli, De Mattia, Turchet)
14. Abjuration (Cesselli, De Mattia, Turchet)
15. Inert (Cesselli, De Mattia, Turchet)
16. Trilemma (Cesselli)
Massimo De Mattia - flutes Alessandro Turchet - double bass Bruno Cesselli - piano
"Trilemma". Ovvero, dell'arte di tradurre un concetto filosofico in musica.
Conservandone l'essenza e declinandone il significato. Quasi a voler sottolineare
la triplicità costitutiva, espressiva e compositiva della formazione raccolta e
guidata da Massimo De Mattia, in cui la rarità solistica di un flauto
(il suo), incontra un consolidato piano (quello di Bruno Cesselli)
e un giovane contrabbasso (quello di Alessandro Turchet). Quasi a
voler evocare quel processo ad infinitum innescato dalla presenza di tre
alternative (sonore) parimenti possibili. Un meccanismo circolare, perfettamente
disegnato dalla presenza della title track in apertura e in chiusura (in
versione abstract).
Una dissertazione musicale concentrata in poco meno di
40 minuti e articolata in 16 brani, brevi nella durata (ad eccezione del primo)
ed incalzanti nella successione. Una combinazione che racchiude la sua bellezza
nello stimolante accostamento di momenti intimistici e inaspettata dinamicità. L'agilissimo
flauto di De Mattia conduce, infatti, accurati dialoghi armonici attraverso cui
le sonorità del piano e del contrabbasso si alternano e si completano in un calibrato
gioco di parti. L'efficace interplay rispecchia la bontà di un lavoro di ricerca
e composizione solidamente portato avanti dal terzetto che firma (a due o a sei
mani) tutti i brani dell'album, i cui titoli lasciano presagire la dimensione metafisica
di cui si impregnerà l'ascolto. Condizione che, d'altra parte, preserva l'aspetto
fruibile di questo disco capace di esprimere passaggi di notevole spessore in un
linguaggio comprensibile e asciutto, decisamente originale.
Come dire: un elegante invito alla riflessione scritto in note.
Alessandra V. Monaco per jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/07/2014
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