Caligola (C2065)
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Dimitri Grechi Espinoza
Artistic Alternative Music
1. Hi, I'm the mask (Espinoza, Leveratto, Monico) 2.10
2. Nice to (Espinoza, Leveratto, Monico) 3.18
3. Meet you (Espinoza, Leveratto, Monico) 2.28
4. If (Espinoza, Leveratto, Monico) 8.42
5. You don't fear (of) (Dimitri Grechi Espinoza) 4.08
6. Pitch trance (Espinoza, Leveratto, Monico) 3.27
7. You will (Espinoza, Leveratto, Monico) 3.08
8. Reverse and transform (Espinoza, Leveratto, Monico) 2.16
9. Your (Espinoza, Leveratto, Monico) 5.19
10. Minor turbations (Dimitri Grechi Espinoza) 1.38
11. Dancing with me (Dimitri Grechi Espinoza) 4.42
Dimitri Grechi Espinoza - sax contralto Piero Leveratto - contrabbasso Filippo Monico - batteria
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Ha la lunghezza temporale dei rimpianti vinili – poco piu' di 41 minuti
– il secondo CD di Espinoza che, inoltre, come per tutti i Caligola Records,
continua la tradizione dei begli album jazzistici, grazie alla confezione cartonata,
pur se ridotta di circa un decimo.
L'altosassofonista livornese ha abbandonato per una volta le ampie formazioni,
optando per il solo accostamento di contrabbasso e batteria, un modello assai prediletto
da molti sassofonisti della vecchia generazione – un nome su tutti,
Sonny Rollins
– e di altrettanti appartenenti alla corrente creativa e improvvisativa del jazz
contemporaneo, il quale a volte ricorda negli accenti lo storico free jazz, senza
però la rabbia, la forza d'urto e la volontà di lotta di quegli anni.
Nella breve introduzione al disco, il leader afferma che chi si "occidentalizza"
"cessa di essere spiritualmente e intellettualmente un 'africano'" e che
la musica eseguita è "rituale, debitrice ai principii della tradizione terapeutica
della cultura 'Kongo'".
Le 11 tracce hanno una titolazione inusuale, collegata da un soggetto
che si rivolge all'ascoltatore: 1. Ciao, sono la maschera 2. piacere di 3. conoscere
te 4. se 5. tu non avrai paura (della) 6.pitch trance 7. tu potrai 8. cambiare e
trasformare 9. i tuoi 10. turbamenti minori 11. danzando con me. E anche musicalmente
si ha la sensazione di ascoltare l'esecuzione di una suite. Il primo breve pezzo,
in cui il soggetto si presenta, consta di una serie di improvvisazioni vocali, dal
grugnito, all'urlo, alla frase melodica, sostenuti e commentati da un fraseggio
di tamburi senza cordiera, da brevissimi inserti di sax e da effetti liquidi creati,
riteniamo, con l'ausilio del computer. La nostra preferenza va alle tracce 2 e 3.
La prima è un brano ben congegnato che parte da dialoghi sospesi tra contrabbasso,
sax e batteria, fino a sfociare in un 4/4 swingante ben eseguito. La seconda assomiglia
di più ad un brano free: un fraseggio soffiato del sax, un pedale di basso che si
sviluppa in maniera interessante, mentre gli interventi batteristici sembrano collegare
i due strumenti.
Coinvolgente il pezzo più lungo, If,
di oltre 8 minuti, che inizia con una atmosfera misteriosa: effetti percussivi filtrati,
pedale di contrabbasso, fruscio di piatti, un accenno melodico del sax, un fraseggio
batteristico nelle tonalità basse e con una dinamica altalenante sostenuta dal contrabbasso,
una melodia acuta del sax alto in solitudine e si conclude con un'improvvisazione
marcatamente 'free', che invita alla creatività anche gli altri due strumenti.
E' un trio che ci convince a partire da Espinoza, misurato nelle
improvvisazioni e che lascia spazio ai propri partners, indicando con brevi accenni
la direzione da seguire; efficace ed incalzante il lavoro al contrabbasso di
Piero
Leveratto, che in alcuni momenti fa anche uso dell'archetto. Delicato
e dinamico Filippo Monico alla batteria, sempre discreto, ma capace di commentare
la musica del trio con assoli tanto essenziali, quanto ben congegnati.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/12/2006
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