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Francesco Chiapperini Vision Extemporary Ensemble
The Big Earth
Rudi Records (2018)
1. Palmieri
2. la merc d Palm
3. Tramonto tragico
4. Gatti
5. Palmieralzer
6. U Conzasiegge
7. La segg aggstat
8. Gatti (reprise 1)
9. Canigatti
10. La varc du Pescator
11. Il pescatore
12. Gatti (reprise 2)
13. Gattiguli
14. Fantozzi
Francesco Chiapperini - arrangiamenti e composizioni, clarinetto e clarinetto basso Andrea Jimmy Catagnoli - sax contralto Gianluca Elia - sax soprano e tenore Eloisa Manera - violino Marco Galetta E Vito Emanuele Galante - tromba Andrea Barochelli - trombone e tuba Simone Quatrana - pianoforte Luca Pissavini - violoncello Andrea Grossi - contrabbasso Filippo Sala - Batteria Filippo Monico - batteria e percussioni
Francesco Chiapperini è un musicista provvisto di una solida preparazione classica,
conosciuto nel mondo del jazz soprattutto per la sua collaborazione con Tononi e
Cavallanti. Barese di nascita, ma milanese di adozione, dirige l'"Extemporary vision
ensemble", una formazione ben assortita di 11 elementi. Con questa band il leader
dell'incisione si è esibito alla "Scighera", circolo ricreativo della Bovisa, il
25 aprile del 2016. Dalla registrazione di quel concerto nasce questo disco, curioso
e intrigante omaggio alle marce funebri della tradizione molfettese eseguite, per
tradizione, durante le processioni del venerdì santo. Chiapperini ha ripreso un
certo numero di brani per banda di rinomati autori pugliesi come Gatti, Valente,
Inglese, Palmieri, adattandoli ad un linguaggio contemporaneo, pur conservando il
carattere specifico, peculiare, di un repertorio carico di storia. I temi vengono
ripresi, infatti, quasi alla lettera, interpretati con riguardo e calore, rispettando
le dinamiche interne ai pezzi, con quei crescendo emotivi, in particolare, tesi
a enfatizzare l'aspetto triste e solenne delle composizioni scelte. Subentrano,
poi, le divagazioni, le deviazioni, che si annunciano con introduzioni percussive
del pianoforte, o con il contrappunto degli strumenti ad arco, si materializzano
in bruschi cambi di tempo e di atmosfera, si concretizzano con il lancio di assoli
liberi e concitati su un sottofondo mosso e articolato. Non ci sono contrasti stilistici
apprezzabili, ad ogni modo. Le melodie antiche si manifestano in tutta la loro mestizia
e i successivi sbalzi di scenario, di umore, si presentano, girato l'angolo, come
un elemento atteso e inevitabile, in coerenza con le premesse enunciate. Certi scarti,
certe licenze, risultano prevedibili, inoltre, nella musica di un artista vicino
(o dentro) all'avanguardia.
Per completare il menù sono aggiunte cinque composizioni a firma del clarinettista
lombardo, omologabili alla linea estetica del resto dell'album. Viene, infine, riproposta
"Fantozzi", la sigla delle orchestre sudiste di
Pino Minafra,
quasi a testimoniare la prossimità con il trombettista di Ruvo, uno che ha lavorato
molto e bene per fondere l'idioma jazzistico con quello delle filarmoniche.
Fra le quattordici tracce si fa preferire "Il pescatore", una marcia in 3/4. L'inizio
è maestoso e grave. Ad un certo punto il sax tenore di Elia si incunea, per mezzo
di un intervento aggressivo, fuori e oltre le righe del pentagramma. Si ritorna
sul pezzo con una motivo malinconico. Subito dopo si cambia completamente registro.
Si abbandonano i toni rassicuranti e l' ensemble procede a ruota libera, realizzando
una sequenza free in piena regola. Si chiude con i percussionisti, senza altri partners
attivi, in un solo prolungato.
"The Big Earth", in conclusione, si può definire un'opera molto interessante e matura.
Chiapperini ha saputo coniugare, qui, le arie della sua terra d'origine con le sonorità
ispide dell'avant jazz, conciliando, così, al meglio, memoria storica e slancio
improvvisativo libertario.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/10/2019
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