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Andrea Grossi and Blend Orchestra
Four Winds
WeInsist (2020)
1. Zephos
2. Zephiro
3. Xanthos
4. Borea
5. Balios
6. Zephiro Torna
7. Euro ( parte I)
8. Euro ( parte II)
9. Noto ( parte I)
10. Noto ( parte II)
Caterina Biagiarelli - flauto, ottavino Rebecca Roda - oboe, corno inglese Giancarlo 'nino' Locatelli - clarinetto basso e Sib, soundpainting Gabriele Fava - sax soprano e tenore, flauto Manuel Caliumi - sax alto Massimiliano Milesi - sax soprano e tenore Paolo Malacarne - tromba, flicorno Andrea Baronchelli - trombone, basso tuba Michele Bonifati - chitarra elettrica Simone Quatrana - piano Andrea Grossi - contrabbasso, composizioni Filippo Sala - batteria
Andrea Grossi è un giovane bassista e compositore che, dopo l'esordio
con "Lubok 3", pubblica sempre per la "We insist!" un progetto più ambizioso
a capo di un'orchestra di 12 elementi, dedicato ai quattro venti: Borea, Euro, Zephiro
e Noto. L'ensemble ha debuttato nel 2017 a ParmaFrontiere, ma, per arrivare
all'incisione del disco, ci sono voluti due anni di preparazione e allestimento.
Grossi lavora su molti piani, miscelando, "Blend" è il nome della big band infatti,
elementi apparentemente eterogenei, assimilandoli con un tipo di scrittura tanto
audace quanto ben risolta. Nel cd si riscontrano intenti descrittivi, in ragione
della denominazione delle tracce con i nomi dei venti, palesati in pieni orchestrali
influenzati dai modelli della musica classica del novecento. Sono unisoni vigorosi
che fanno pensare a folate improvvise, a soffi violenti, tali da spazzare via tutto
quanto si trova attorno. Accanto al lato classico-contemporaneo si identifica una
decisa impronta jazzistica, nel linguaggio dei musicisti e nell'impianto degli stessi
brani. A movimentare il dipanarsi di "Four winds" provvede, poi, il timbro duro
e distorto della chitarra elettrica di Michele Bonifati che apre squarci di marca
heavy metal in un contesto peraltro già policromatico. In certi momenti, ancora,
l'orchestra sembra rifarsi allo stile di Leonard Bernstein, posizionato fra il musical
e il sinfonico. Insomma il ragazzo ha studiato, può vantare ottime conoscenze in
ogni genere e sa "rubare" con abilità qualcosa ai modelli di riferimento.
Grossi, inoltre, non opera sempre con l'organico al completo. Ci sono sequenze in
duo, in trio, altre in quartetto e il bassista si ritaglia uno spazio adeguato in
"Euro" per uscire in un assolo sfolgorante ed introdurre uno dei migliori capitoli
del concept-album, fra l'altro. Tutti gli strumentisti incorporano colori e immaginazioni
al suono e all'andamento complessivo della suite, senza distinzioni di sorta. In
particolare, però, si segnala un intervento possente e sguaiato il giusto del trombone
di Paolo Malacarne in "Xanthos". Sono ogni volta preziose le punteggiature del clarinetto
basso di Nino Locatelli, un valore aggiunto alla formazione. Simone Quatrana, in
"Zephiro", invece, in un'ansa del pezzo, guida un trio canonico, piano-basso-batteria,
interpretando il ruolo in maniera libera e inventiva, prima dell'entrata in scena
dirompente del sax soprano di Gabriele Fava, altro nome da segnare con un circoletto
rosso sull'agenda dei nuovi talenti.
"Four Winds" è un album che ci fa apprezzare le notevoli doti di Andrea Grossi,
musicista di talento riconosciuto dai suoi maestri "per la capacità di cogliere,
sviluppare e proporre idee musicali, il tutto senza perdere l'attenzione alla qualità
del suono e alla sperimentazione timbrica" come scrive Bruno Tommaso nelle note
di copertina. Non si può, in conclusione, che concordare in tutto e per tutto con
lui.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/01/2021
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