Metropolitan & Jazz Vanguard
Bonafede/Bosso Quartet
Cityplex Metropolitan, Palermo - 9 febbraio 2010
di Antonio
Terzo
foto di Rosellina Garbo
Salvatore Bonafede
- piano
Fabrizio Bosso
- tromba
Pietro
Leveratto - contrabbasso
Fabrizio Giambanco - batteria
Un concerto condotto sull'onda dei sentimenti, come è sempre la musica
del pianista
Salvatore Bonafede, co-titolare dell'appuntamento del Metropolitan
Jazz Vanguard insieme al trombettista torinese
Fabrizio Bosso:
un sodalizio avviato molto tempo fa, quando Bosso iniziava a farsi conoscere e Bonafede
era appena rientrato dagli USA. A scortarli, l'indefettibile contrabbasso di
Pietro
Leveratto ed una nuova affermazione del jazz siciliano, il batterista
Fabrizio Giambanco – che più lo si ascolta e più lo si apprezza.
Un concerto non scoppiettante, anzi a tratti introspettivo, partito in salita
con What Is This Thing Called Love, servita al quartetto per carburare, e
proseguito con un blues inedito di Bonafede, More Coverage, che ha visto
invece i musicisti prendere il largo ognuno secondo le proprie specialità: la sordina
wha-wha che ha permesso a Bosso di dilatare le varie "note blue" del tema nel suo
graffiante assolo, gli accenti a tratti monkiani in quello del pianista, l'intervento
frastico e intriso di bi-cordi del contrabbassista genovese.
Particolarmente toccante La Grande Ilusión, splendido 6/8 contenuto
nell'ultimo album in trio di Bonafede, principiata con un felpato hand-drumming
di Giambanco, di grande intensità la tromba in solitudine, a tirare tutta l'anima
"rotiana" del brano, quindi l'incalzante e struggente fraseggio del piano. Intro
quasi "rappata" fra batteria e contrabbasso per Sicilian Opening, con splendide
combinazioni a due, prima del piano sorretto dalla sola batteria, quindi della tromba
contrappuntata da Leveratto. È Bosso ad avviare Eighty One di Ron Carter,
il pezzo in cui spicca maggiormente, con una serie di effetti al microfono a rincorrere
le sue stesse frasi fino all'inserimento dei compagni, e finale con respirazione
circolare. Dopo i ringraziamenti e l'uscita dal palco, il bis parte fuori scena
mentre i quattro risalgono la scaletta: Bemsha Swing di Monk, eseguita con
gran divertimento, a suggellare una prima parte molto densa del concerto.
Ancora più melodico il secondo set, ripartito fra Freeway, altra elegante
composizione inedita del pianista palermitano, Dizzy's Blues di Bosso, in
cui il trombettista ha modo di infondere un feeling notturno con la sua
mute trumpet e terminata da un trascinante turn-around finale, quindi
un danzante 3/4, Planetarium (Bonafede), cui si aggiungono tre brani già
collaudati nella prima parte, Eighty One, La Grande Ilusión ed il
bis Bemsha Swing.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 21/02/2010
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