Festival Piemontesi II Tappa
Estate 2007
Testo: Alessandro Armando
Fotografie: Leonardo Schiavone
I viaggi sono costruiti attraverso ritorni, passaggi e paesaggi e possono
diventare con il tempo frequentazioni; le novità sanno stupire presentandosi come
eccezioni o consolidate esperienze e il jazz acquista nuovamente lo stimolo per
attraversare e ri-attraversare il Piemonte dell'estate
2007.
Le urgenze dichiarate e segnalate nella prima tappa dei Festival Piemontesi
sono sanate solo con la continuazione del viaggio. I mesi di giugno, luglio, agosto
si sono arricchiti di note e profondità musicale nelle valli del cuneese, nei paesi
della pianura, instaurando un intreccio di ricercatezza jazzistica che ha la sua
origine storica e quasi viscerale nel centro (capitale) della terra piemontese:
Torino.
Il nostro viaggio inizia con il racconto di una storico punto di partenza
capace di rinnovarsi e esaltarsi proponendo in quattro serate pezzi di storia di
musica italiana e jazz.
Torino Internazional Jazz Festival 2007
è il progetto sempre in evoluzione di una delle menti-madri del jazz della città
di Torino: Sergio Ramella che, con insaziabile passione, propone all' organizzazione
dei Punti Verdi del Comune e al Teatro Regio musicisti italiani e stranieri che
compongono il panorama del jazz di ieri e di oggi. Sono nomi spesso noti, legati
a importanti progetti commerciali e artistici, accompagnati da pubblicità e ottimi
risultati nelle classifiche del mondo jazz e che hanno la possibilità di esaurire
l'enorme platea (per la quale si esibiscono, sempre in versione estiva, orchestra
di musica classica e ballerini di fama mondiale) dei Giardini Reali, centro artistico
e storico della capitale sabauda. La voce di Ramella presenta i doppi concerti
delle quattro serate, rigorosamente in orario (strana cosa per il jazz dei festival)
ponendo significativamente l'attenzione su ogni singolo musicista: si inizia con
Diego Borotti (sax) con Mazzariello all'organo Hammond e la ritmica
composta da Deidda e Rivagli; stessa sera, novanta minuti dopo,
Mike Stern
incontra Dave Weckl, Anthony
Jackson e Bob Franceschini. La formula da vecchio club americano, con
due spettacoli per sera, permette di ascoltare in poche ore esperienze musicali
molto diverse tra loro e avvicina ascoltatori appassionati e colti a neofiti richiamati
dal marketing, stabilendo sinergie che hanno il sapore della rilassatezza estiva.
Naturalmente l'organizzazione dell' Aics Contromusica e di Ramella
tende a propone sottili linee di contatto tra i due concerti di ogni sera; il caso
più evidente è quello del 10 luglio dove l'esibizione dei percussionisti e ballerine
di Odwalla di
Massimo Barbiero è seguita da un altrettanto sostenuta performance
di Dave Holland
in quintetto. A nostro parere il contrabbasso di Holland è stato in assoluto
il momento più alto dell'intero Festival: la perfezione stilistica e l'unicità del
suono dei colpi di Holland sono battito originario del jazz. Il punto di origine
del jazz piemontese sembra essere sintetizzato nei tocchi del maestro americano,
Holland disegna linee di congiunzione tra le diverse tradizione della musica afroamericana,
lascia spazio ai suo musicisti: Chris Potter ai sax, Robin Eubanks
al trombone, Steve Nelson al vibrafono e ad uno straordinario Nate Smith
alla batteria e narra il suo ultimo lavoro discografico:
Critical Mass (uscito per la Dare2Records nel
2006). Il concerto ripropone sostanzialmente
i brani del disco, che presenta i medesimi musicisti autori delle diverse tracce.
Il quintetto propone al pubblico di Torino la dedica della musica suonata alla città
di New Orleans devastata e spesso abbondata; la musica di Holland sposta Torino
nel luogo originario del jazz e il Festival Torinese acquista ancora maggior profondità
e identificazione come luogo di partenze per tutto il jazz piemontese.
Nuovo omaggio alla tradizione americana è la terza serata, ricca di nomi
importanti, che prevede il tributo al Modern Jazz Quartet da parte di
Dado Moroni
al piano, Dulbecco al vibrafono, Di castri alla contrabbasso e
Zirilli alla batteria, seguiti dal Jazz Tribe di Ray Mantilla
con
Bobby Watson al sax.
Chiude la tredicesima edizione del festival e il luglio torinese del
2007 il concerto di Gino Paoli con i
jazzisti italiani: Boltro, Gatto, Rea, Bonaccorso. La
voce profonda, tirata di Paoli canta tutti i suoi maggiori successi, mentre il quartetto
accompagna e improvvisa. L'importante progetto che segue la massiccia pubblicità
dell'uscita del disco Milestones, Un Incontro in jazz
(Blue Note 2007) è l'ennesimo esempio di
vicinanza tra la canzone d'autore del nostro paese e la straordinaria abilità tecnica
e comunicativa del nostri jazzisti. Il tutto catalizza centinaia di persone ai Giardini
Reali, viaggi anche piuttosto lunghi, significativi spostamenti che indorano la
serata del gusto dell'evento e che sono per buona parte del pubblico il primo "incontro
con il jazz" che così distintamente emerge al di là della voce di Paoli. L'incontro
di Gino Paoli con il jazz italiano (non è in realtà la prima collaborazione
con l'artista genovese per alcuni di questi musicisti) offre al jazz la possibilità
di essere ascoltato e apprezzato come "compagnia" (che è poi il risultato di un
incontro!), lasciando però intendere con evidenza la sua straordinaria autonomia
e crescita di questi anni.
Torino è per noi città di partenza, città in partenza a bordo di una nuova
piccola 500 con nell'aria ancora qualcosa che ha la forma dei cerchi olimpici, ma
Torino è fabbrica, lavoro, metodo, linee rette e strade perpendicolari. L'uscita
da Torino è una sua continuazione verso un luogo, e poi un festival, nelle valli
del cuneese. Il luogo è appunto una fabbrica:
La Fabbrica dei Suoni
fucina di insegnamento e cultura musicale situata nel comune di Venasca (CN) ai
piedi della Valle Varaita. Zona artigiana, di legno e cucina semplice è stata scelta
come sede di un esperimento decisamente originale nel panorama del nostro paese,
sogno inseguito da Mattia Sismonda, Cristiano Cometto e Gianmaria
Bonino e dagli enti locali e da molti di coloro che sono legati alle iniziative
musicali e culturali delle valli e in particolare al Festival Mistà.
In Fabbrica conosciamo un duo, non jazzistico, ma sicuramente tra i più
innovativi di questa estate valligiana sono Micro e Macro, allievo
e maestro di Musica, nati dalla penna del disegnatore Pautasso (già autore
del cartone animato La Gabbianella e il Gatto che le insegnò a volare) e
dalle colonne sonore del saluzzese Enrico Sabena. Micro e Macro guidano il
visitatore (solitamente bambini delle scuole elementari e medie) attraverso la scoperte
della musica, nel "magico" passaggio dal rumore al suono, nella conoscenza
dell'intensità, del tempo, della velocità attraverso i diversi reparti (laboratori
multimediali e attività-gioco) della Fabbrica dei suoni.
Si inizia dalla Sala di Controllo e dal Laboratorio delle Materie Prime
e si arriva all'Officina dei Rumori: vero e proprio luogo di incontro con tutto
ciò che la nostra abitudine al rumore e al frastuono ha trasformato in silenzio
e che invece se riscoperta e poi studiata e usata correttamente, può portare al
suono (anche al jazz!). Come ogni fabbrica che si rispetti vi è la Catena di Montaggio
dove si inizia a lavorare sul ritmo e sul tempo e dove si incontrano anche l'Atelier
delle vibrazioni e l'Elettrovocogramma; Poi c'è il prodotto finito: il Suono dove
è possibile suonare un enorme tastiera da piede. La Fabbrica dei Suoni è
una recente scommessa, inaugurata nel maggio del 2007,
che va anche oltre il fondamentale ruolo di "stabilimento" di didattica musicale
per diventare un piccolo museo di strumenti provenienti da tutto il mondo: parte
di essi sono stati riprodotti con dimensioni gigantesche, è così a Venasca è facile
entrare dentro un corridoio e ritrovarsi in un contrabbasso, altri sono stati smontati
e divisi per poterne meglio individuare le caratteristiche e il funzionamento. Il
lavoro interno alla Fabbrica è interessante, formativo, entusiasmante, ben condotto
dalle educatrici che accompagnano i piccoli visitatori o gli adulti curiosi. E'
una Fabbrica accogliente, costruita anche su una familiarità sempre più rara quando
si parla di musica. E' luogo incastonato nella nuova edizione del Festival delle
Valli dal saluzzese: il Festival Mistà: un imponente cartellone che copre quasi
integralmente i mesi di luglio e agosto con concerti di classica, jazz e world-music
sotto la accorta direzione artisti di Sismonda e Bonino.
Il jazz di Mistà è stato l'apertura del Festival nel comune di Busca (CN),
dove incastrati tra i bassi palazzi di un piccolo sagrato hanno suonato
Uri Caine
e Paolo Fresu:
da rilevare che alla serata di Busca era presente solo il suono, mentre il
rumore (quello riscoperto nella Fabbrica) era assente. Il duo che continua
ad attraversare l'Italia e non solo, ha presentato i brani del loro disco
Things (Blue Note
2006). Ad agosto, il jazz è stato il motivo di un altro evento
di Mistà 2007: il concerto di
Stefano
Bollani con la Camerata Musicale Mistà. Il concerto ha visto riempirsi
Chiesa e sagrato del comune di Sampeyre e Bollani alternare esecuzioni di Mozart
con gli archi di Mistà a improvvisazioni libere.
Pochi giorni dopo a Chianale, ultimo paese della Valle Varaita ai piedi
del Colle dell'Agnello è stata eseguita la Missa Trust In Jesus del compositore
Roberto Beccarla. La musica di Mistà, soprattutto sulle note della classica, moltissimi
sono stati infatti i concerti di ensemble di diverse e importanti realtà nazionali
ed internazionali appartenenti alla musica colta e popolare, ha attraversato le
montagne e le piazze di terre che artigianalmente si sono riservate la capacità
di passare dal rumore al suono.
L'estate 2007 è, fortunatamente, momento
di ritorni, di conferme cercate e ottenute: Vie del jazz Boves
2007. Baudino e Chiriaco, inventori e direttori
artistici dal 2005, sottolineano in conferenza
stampa la difficoltà di una terza edizione: dopo due successi, per nomi e pubblico,
è necessaria la conferma.
La struttura precisa e attenta dell'organizzazione del Festival ha permesso
di realizzare una stupenda terza edizione sanando due mancanze: l'attenzione ai
giovani musicisti (locali e non) e la presenza di un importante artista femminile:
Maria Pia De
Vito. Forse questi due elementi erano identificabili con lacune, presenti
in molti Festival che hanno storia e possibilità economiche ben maggiori di quelle
della piccola città cuneese, nelle edizioni precedenti; così nel
2007 una massiccia campagna di comunicazione
ha permesso di organizzare il primo concorso per giovani musicisti del Festival.
Significativo è stato l'ex-aequo dato ai musicisti finalisti, che potranno esibirsi
in locali e festival della provincia e per i quali si cercherà la possibilità di
una produzione discografica. Anche la scelta del premio sottolinea, a nostro parere,
una particolare dedizione alla musica e anche alle sue difficoltà.
Il cartellone di Vie di Jazz, strutturato nuovamente in tre serate gratuite,
ha visto nuovamente il jazz italiano riempire la piazza del paese: prima gli High
Five di Bosso e Scannapieco, poi Doctor 3 che hanno presentato il loro nuovo disco
Blue e a chiudere una delle voci regine del nostro paese:
Maria Pia De
Vito con il progetto Song Form The Underground con il bravissimo
Claudio Filippini
al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Marcello Di Leonardo
alla Batteria.
Le sere dei concerti bovesani sono la concretizzazione delle aspettative
degli organizzatori e degli amministratori locali e sono la rappresentazione delle
convinzioni di chi lavora per il jazz e per la musica riuscendo a trasformala in
"enzima catalizzatore"; le ore trascorse nel Vie di Jazz sono soprattutto ascolto.
Il quintetto High Five segna la continuità artistica del Festival, ogni
edizione ha visto impegnato un importante quintetto italiano. Bosso alla tromba
e Scannapieco al sax dialogano sulla ritmica di Mannutza, Ciancaglini e Tucci, attraversando
standars e brani della tradizione jazzistica internazionale per oltre due ore. La
piazza di Boves è platea entusiasta, mentre i balconi delle basse case che la circondano
segnano l'antitesi totale delle limitazioni sonore prescritte a Vasco, in quei giorni,
nei suoi concerti a Milano. La musica attraversa con delicatezza e ironia il secondo
concerto:
Danilo
Rea al pianoforte,
Enzo
Pietropaoli al contrabbasso, Fabrizio Sferra alla batteria eseguono
il loro intimo Blue, che segna una collaborazione
longeva e artisticamente profonda.
Precede il concerto conclusivo un pomeriggio di studio:
Claudio Fasoli tiene un interessante seminario sull'improvvisazione
prima di suonare, in un inedito duo, con il pianista
Riccardo Zegna.
Poi è voce di donna sul sagrato della Chiesa centrale. La
De Vito
porta con se musicisti giovani, capaci di accompagnare, ma in alcuni casi anche
trascinare, la sua voce nelle parole e nelle melodie di canzoni, scelte per loro
attenzione ai luoghi e ai problemi del mondo. Sono canzoni che nuovamente "catalizzano",
sono conferme a forma di note.
E' jazz che viaggia e crea: ascoltatori appassionati, acquirenti, assenti
e attenti; è jazz pensato per una terra, piccola e ricca che si conferma. Vie di
jazz sarà una nuova partenza nel Piemonte del jazz e anche questa estate la regione
ha visto i mesi estivi ritrovarsi collegati dalle tante note afroamericane suonate
oltre che in questo luoghi anche a Rivarolo, a Casalborgone, nella tradizione di
Avigliana e Pavone, nelle nuove piazza di Novara e Manforte. Questi luoghi saranno
nuovi racconti sulle strade del jazz piemontese.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
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| "Road Song" Tony Monaco,Eddy Palermo, Flavio Boltro,Ray Mantilla and friends Tuscia in Jazz 2008Tony Monaco,Eddy Palermo,Flavio Boltro,Paolo Recchia,Francisco Mela, Geggè Munari, Ray Mantilla,Carl PotterEddy PalermoArenown... inserito il 20/11/2008 da lermici - visualizzazioni: 6412 |
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Data pubblicazione: 05/01/2008
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