Roma Jazz Festival
Roma, 5 – 30 novembre 2017
I prossimi concerti della XLI Edizione
del Roma Jazz Festival che, con il sottotitolo "Jazz is my religion" omaggia i grandi
della storia del Jazz.
17 novembre – ore 20.30
chiesa San Nicola da Tolentino, via San Nicola da Tolentino 17 – Roma
Tigran Hamasyan: An Ancient Observer
Il jazz, ormai, è un esperanto universale. Lo dimostra un artista come Tigran
Hamasyan, armeno, classe 1987, che è riuscito a fondere il linguaggio afroamericano
con la sua tradizione nativa. E così, nella sua musica, il ritmo e i fraseggi del
jazz si mescolano con le scale modali e le arcane sonorità dell'Armenia. Hamasyan
è un artista moderno, padrone di molti linguaggi: la musica classica, il rock (da
bambino sognava di diventare un chitarrista metal), il jazz, che ha studiato in
America quando aveva ancora sedici anni, persino il rap e l'hip-hop. Ma la cifra
più profonda del suo stile è il legame con la sua terra, che l'ha portato a intitolare
il suo ultimo disco "An Ancient Observer", "un antico osservatore": che rappresenta
il punto d'unione fra passato, presente e futuro.
18 novembre – ore 21
Casa del Jazz, viale di Porta Ardeatina, 55
Omaggio a Louis Armstrong: Three Blind Mices & Guests
Davide Richichi, tromba e voce; Luca Velotti, clarinetto, sassofono tenore;
Filippo Delogu, chitarra; Federica Michisanti, contrabbasso; Antonio Marianella,
batteria.
Nonostante dovesse confessare una certa debolezza per alcuni peccati veniali quali
il mangiare, il bere e il fumare, per non parlare del gentil sesso, Louis Armstrong
aveva uno spiccato senso religioso tanto da essere nota a tutti la sua grande generosità.
Sembra infatti che abbia donato più soldi di quanti ne abbia speso per sé e a quanto
si dice è stato anche uno dei più importanti finanziatori del reverendo Martin Luther
King. Nel 1958 Armstrong pubblicò l'album "Louis Armstrong and the Good Book" che
si contraddistingue per i brani Spiritual o comunque di ispirazione spirituale che
lo caratterizzano. The Three Blind Mice interpreterà alcuni dei brani musicali contenuti
in questo album, solista Davide Richichi alla tromba.
20 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli
Omaggio a Thelonious Monk: Kenny Barron – Dado Moroni – Cyrus Chestnut – Danny
Grisset
Due pianoforti per quattro pianisti: Kenny Barron, Dado Moroni, Cyrus Chestnut
e Danny Grisset. Quattro maestri della tastiera che si dedicano ad esplorare la
musica di Thelonious Monk, del quale quest'anno ricorre il centenario della nascita.
Dopo un secolo, la musica di Monk rimane ancora un mistero: obliqua, misteriosa,
eppure – a suo modo – razionalmente perfetta, essa non smette di affascinare musicisti
e pubblico, che da sempre cercano di penetrare le sue implacabili geometrie. Eppure,
come per tanti altri musicisti afroamericani, una delle sorgenti della sua arte
fu la chiesa: Monk imparò a suonare il pianoforte accompagnando i canti religiosi
e il suo primo ingaggio professionale fu con una predicatrice itinerante. Se ne
volete una prova, ascoltate la prima traccia del disco "Monk's Music" (Riverside,
1957): una solenne versione dell'antico inno Abide With Me, che riemerge come una
gemma dalle memorie d'infanzia di Monk.
21 novembre – ore 18
sagrestia del Borromini, via di Santa Maria dell'Anima, 30 – Roma
Giovanni Guidi
Quando, nei primi anni Duemila, Giovanni Guidi cominciò a farsi conoscere nei
gruppi "Under 21" e "New Generation" del suo mentore Enrico Rava, si poteva definire
a buon titolo un enfant prodige.Nato a Foligno nel 1985, il pianista esibiva un
talento sorprendente, in paragone alla giovanissima età, per di più con una scelta
di modelli stilistici che sfuggiva ai soliti stereotipi per cercare linfa nelle
pieghe più avanzate e creative del jazz. Oggi, Guidi non è più una giovane promessa,
ma uno dei jazzisti italiani più affermati. Oltre ai lavori con Rava, ha collaborato
con nomi illustri, ha diretto gruppi propri con cui si è esibito in tutto il mondo
ed ha all'attivo sette dischi da leader, tre dei quali su etichetta Ecm. Niente
male, per un musicista di soli trentadue anni. A Roma, Giovanni Guidi si presenta
con un progetto originale, intitolato "Angeli e demoni". State sicuri che saprà
sorprenderci ancora una volta.
22 novembre – ore 18
Pantheon, piazza della Rotonda
Dimitri Grechi Espinoza
Classe 1965, Dimitri Grechi Espinoza si è formato tra Mosca (dove è nato), New
York e l'Italia. La sua musica, partita dal jazz, ha sempre puntato in due direzioni
complementari: da una parte la ricerca nelle culture tradizionali del mondo, portata
avanti con i suoi Dinamitri Jazz Folklore, dall'altra quella nella spiritualità,
che ha concretizzato nel suo progetto in solo intitolato Oreb. In quest'ultima situazione,
Dimitri Grechi Espinoza ha espresso l'esigenza di riscoprire il suono del sax come
tramite di un respiro spirituale universale, grazie al quale fa risuonare lo spazio
– che sia quello di una chiesa o quello di un teatro – di sonorità che sfuggono
al tradizionale sistema temperato europeo. Come egli stesso ha dichiarato: "Il mio
più grande desiderio come musicista in quest'epoca è quello di contribuire a riportare
la musica alla sua primitiva funzione di dialogo con il Sacro, nel quale superare
differenze di credo, distanze culturali e incontrare così se stessi e gli altri
nella conoscenza dell'Unità che lega l'intero ordine cosmico".
23 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Petrassi
Jazz e Santeria: Omar Sosa & Secou Keita
Omar Sosa viene da Cuba, e Cuba significa, fra tante altre cose, anche Santeria:
il culto sincretistico nel quale i rituali cattolici si fondono, senza soluzione
di continuità, con gli antichi dei africani del popolo Yoruba. Sosa è un adepto
della Santeria, il cui complesso mondo spirituale si riflette nella sua musica.
Ma Sosa è anche un artista cosmopolita: ha vissuto in Ecuador, Stati Uniti e Spagna,
ha studiato la musica classica, la world music, si interessa di elettronica e di
rap. E la sua musica è una potente mistura di tutti questi elementi. Che si esibisca
da solo, o con un piccolo gruppo, o con una big band, Omar Sosa sa sempre far sì
che la sua arte sfugga a qualsiasi definizione, per abbracciare con uno sguardo
ampio e partecipe tutte le culture del mondo. In questa ottica è anche il progetto
attuale con il cantante e maestro di Kora Seckou Keita, con il quale ha da poco
pubblicato il disco "Trasparent Water".
25 novembre – ore 21
Casa del Jazz, viale di Porta Ardetina, 55
Omaggio a Fats Waller: Luca Filastro
Luca Filastro, pianista e compositore, classe 1992, é una certezza nel panorama
italiano del pianismo jazz. I più lo conoscono, in Italia e all'estero, come uno
fra i più grandi esponenti dello "stride piano".Studioso e appassionato di jazz
il suo repertorio spazia fra i ritmi della Swing Era alla rivoluzione del Bebop.Il
complesso pianismo di Filastro è ben riconoscibile dal suo incredibile senso dello
swing, del blues e dell'improvvisazione, in cui riecheggiano le sonorità dei grandi
pianisti come Fats Waller,Earl Hines, e Art Tatum, mantenendo sempre una evidente
natura personale. Il concerto è dedicato ad un personaggio che se pur ha iniziato
la sua carriera in chiesa, figlio di un predicatore della Chiesa Battista, ha intrapreso
la strada della dissolutezza ma lasciando un segno importante nella storia del jazz.
25 novembre – ore 22.30
Alcazar, via Cardinale Merry del Val, 14
Ezra Collective (prima assoluta)
"Poiché Esdra aveva applicato il cuore allo studio ed alla pratica della legge dell'Eterno,
e ad insegnare in Israele le leggi e le prescrizioni divine", dalla Bibbia, Esdra
Capitolo 7. Con questa ispirazione filosofica la band ha tratto l'insegnamento per
andare sempre avanti con tenacia, senza mai guardare indietro. Questi giovani strumentisti,
capitanati dall"enfant prodige Femi Koleoso, hanno dato vita a un collettivo che
riprende la musica di Sun Ra e del periodo Spiritual jazz interpretandola in chiave
contemporanea. Vincitori nel 2012 del Yamaha Jazz Experience Competition, e messisi
in luce con una serie di acclamate apparizioni dal vivo come alla Royal Albert Hall,
London Jazz Festival e Worldwide Awards 2017, sono oggi considerati da molti come
una delle migliori promesse della nuova scena Contemporary Jazz.
26 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Petrassi
Fabrizio Bosso Spiritual Trio con Walter Ricci
Se si va a guardare il curriculum di Fabrizio Bosso, si stenta a credere che sia
quello di un musicista poco più che quarantenne. In attività fin da metà anni Novanta,
dirige gruppi propri da quasi vent'anni e può vantare una sfilza di collaborazioni
con tutti i più importanti nomi italiani e internazionali, tutto questo senza porsi
limiti stilistici: impeccabile se c'è da suonare jazz, non si fa alcun problema
a farsi accompagnare da un'orchestra sinfonica, o ad affiancare un artista pop.
Lo Spiritual Trio è uno dei progetti più affascinanti di Bosso, la cui matrice è
un omaggio alla musica nera, declinata nella sua variante Gospel e Spiritual. In
questo progetto anche il giovane cantante partenopeo Walter Ricci (classe 1989)
che, oltre a cantare con grande intensità i temi, già molto emozionanti, contenuti
nel repertorio che via via si arricchisce, spesso improvvisa con notevole perizia
e fantasia, creando con Bosso vivacissimi duetti.
27 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Teatro Studio
Tino Tracanna Double Cut
Double Cut è un insolito quartetto formato da due sassofoni, un contrabbasso
e una batteria più una serie di strumenti inusuali. Nato nel 2014 in concomitanza
con l'anniversario della nascita di Adolphe Sax, il gruppo mira ad esplorare le
potenzialità espressive dello strumento sia rielaborando classici del Jazz sia brani
originali che fanno da sfondo ad improvvisazioni libere da appartenenze di genere.
Il confronto generazionale tra Milesi e Tracanna fa da catalizzatore alle differenti
visioni, idee ed esperienze musicali dei componenti del gruppo dando luogo ad un
progetto che incontra elementi appartenenti a mondi musicali diversi. Il "Double
Cut" è proprio il luogo musicale che viene generato da esperienze diverse che incrociandosi
e confrontandosi danno luogo ad uno nuovo spazio come quello definito da due segni
tracciati su un piano.
28 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli
Cory Henry & The Funk Apostles
Cory Henry, voce, organo; Keys Nicholas Semrad, tastiere; TaRon Lockett, batteria;
Sharay Reed, basso; Adam Agati, batteria; Denise Stoudmire,voce Tiffany Stevenson,
voce
Alla base del jazz c'è il blues, certo. Ma non dimentichiamoci che altrettanto importante
è la musica che si suonava (e cantava) nelle chiese, dove moltissimi jazzisti mossero
i primi passi sui propri strumenti. Quindi, tra i genitori del jazz vanno senz'altro
annoverati gli spiritual e il gospel. Cory Henry, newyorkese nato nel 1987, è l'ultimo
anello di questa lunga tradizione. Pianista e organista jazz, ma anche praticante
del gospel, del soul e del funk, può vantare due dischi da leader e tre Grammy Awards,
oltre alla collaborazione negli Snarky Puppy, l'ensemble autogestito che è una delle
più elettrizzanti novità emerse nel jazz dell'ultimo decennio. Cory Henry è il prototipo
di un musicista moderno, che però non dimentica mai le proprie radici.
29 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Teatro Studio
Omaggio a John Coltrane: Francesco Bearzatti – Roberto Gatto – Benjamin Moussay
Francesco Bearzatti ci ha abituato ad aspettarci l'imprevisto. Nel corso della
sua carriera, ogni nuovo progetto ha costruito immagini inaspettate e sorprendenti:
Thelonious Monk mescolato al rock'n'roll, una suite dedicata alla fotografa Tina
Modotti, il sax che viene filtrato dall'elettronica fino a trasformarsi in una chitarra
elettrica. Stavolta, ha scelto di rendere omaggio a John Coltrane, a cinquant'anni
dalla morte, ma lo ha fatto a modo suo, scrivendo una lettera aperta al grande sassofonista.
La formazione è un trio sax-batteria-Fender, che richiama le sonorità del soul-jazz
e del rhythm'n'blues: quelle, guarda caso, con cui Coltrane esordì e crebbe, prima
di lanciarsi nell'esplorazione introspettiva della musica e dello spirito. Lo accompagnano
il batterista Roberto Gatto, musicista che non ha certo bisogno di presentazioni,
e il tastierista francese Benjamin Moussay, un artista abituato a incrociare mondi
sonori diversi, dal jazz alla classica, fino al rock e all'elettronica.
30 novembre – ore 21
auditorium Parco della Musica, sala Petrassi
Duke Ellington's Sacred Concert: New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario
Corvini & coro del conservatorio Santa Cecilia diretto da Carla Marcotulli
Prima italiana – produzione IMF
Duke Ellington scrisse nel corso della sua carriera – a partire dal '65 e fino agli
ultimi anni di vita – tre concerti sacri per big band, coro e voci soliste. I concerti
gli furono commissionati da alcune chiese ed istituzioni.Ellington ha sempre considerato
la musica di questi concerti come la più importante e impegnativa da lui mai scritta.
Nello spirito e nella prassi Ellingtoniana La New Talent Jazz Orchestra diretta
da Mario Corvini e il Coro del Conservatorio di Santa Cecilia condotto da Carla
Marcotulli presentano un programma di brani appartenenti ai tre concerti. L'esecuzione
filologica delle musiche, si baserà sui manoscritti di Ellington conservati allo
Smithsonian Institute di Washington trascritti ed editi da Schirmer/Ricordi.
Dal 10 al 28 NOVEMBRE
AUDITORIUM ARTE, via Pietro de Coubertin
JAZZ SPIRIT – MOSTRA FOTOGRAFICA DI PINO NINFA
Jazz Spirit è un viaggio in compagnia della fotografia. È la possibilità di
fermare, su una pellicola o uno schermo, i momenti in cui sembra non accadere nulla,
quelli in cui si scatena la fantasia di chi osserva. Le foto di Pino Ninfa nascono
così, da ombre, strumenti, musicisti, spettatori e ogni cosa compaia sulla scena.
Ciascun elemento si muove in una sorta di danza a cui lo spettatore e il fotografo
sono chiamati a prendere parte. Ingresso libero.
www.romajazzfestival.it
www.auditorium.com
www.casajazz.it
SEGRETERIA DEL ROMA JAZZ FESTIVAL
06.69345132 (attiva dalle 9 alle 18)
imf.segreteria@gmail.com
Biglietteria on line > www.ticketone.it
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