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Intervista a Danilo REA

di Gianmichele Taormina

Pianista dal groove incisivo ma dal retaggio fondamentalmente melodico, oggi Danilo Rea, dopo i traguardi internazionali ottenuti con i Doctor 3, guarda con differente chiarezza gli sviluppi e le riflessioni nate da "Lirico", ennesima esperienza - la seconda - concepita in perfetta solitudine. In questa intervista dai toni prima rilassati, poi addirittura confidenziali, il pianista romano parlando del nuovo lavoro ci rivela ancora un po' della sua arte, del suo intenso mood espressivo, del suo approccio "visivo" nei confronti della musica.

GT: Come e in che modo è nata l'idea di "Lirico"?
DR: Da un suggerimento di una pianista romana, Alessandra Bottari che ha curato la produzione artistica del cd. Il progetto si è sviluppato da un'idea ambiziosa, dato il materiale da trattare… Mi ci è voluto un po' di tempo prima di maturare un'interpretazione che cercasse di rispettare ciò che era così bello in partenza… Dall'inizio fino alla sua realizzazione ultima ho impiegato circa sei mesi. Nel corso di quel periodo ho allestito alcuni concerti di prova per cercare d'individuare una "dimensione adatta" allo spirito del disco. Alessandra mi ha proposto durante quei mesi molte arie, molti autori. Alla fine ho scelto quelle che in quel momento riuscivo a rendere più vicine alle mie emozioni. Quella che è entrata nel disco è solo una piccola parte di un repertorio direi illimitato al quale attingere come fonte di ispirazione…

GT: A tutti è conosciuta la tua proverbiale predilezione per certe songs cantautoriali degli anni Settanta, sia italiane che straniere e, di conseguenza, dei tuoi arrangiamenti su di queste per i Doctor 3. Avresti mai pensato ai tempi dei Lingomania di realizzare un lavoro dedicato a quest'altra particolarissima espressione di "forma canzone"?
DR: Lingomania era il gruppo nato dalle composizioni di Maurizio Giammarco, la mia partecipazione all'interno della band si sviluppava soltanto in funzione di una pura veste solistica. Difatti non ho mai composto un brano per quel gruppo, un po' perchè non era nelle mie corde un po' perchè pensavo che "la mente" dovesse rimanere Maurizio… Purtroppo dopo la dipartita di Roberto Gatto dal gruppo, Maurizio ha detto di non volerne essere più il leader, così la band finì con lo sciogliersi…

GT: Pensi abbiano contribuito le tue collaborazioni con Mina, Fiorella Mannoia e Baglioni ad analizzare da altri punti di vista le strutture delle songs per poi rimaneggiarle, manipolarle in qualche modo jazzisticamente…?
DR: Penso che queste collaborazioni mi abbiano costretto più di altre a rispettare il lato melodico delle strutture, cercando con poche note improvvisate di rendere la mia interpretazione valida. Il pop italiano? Ottima scuola per i jazzisti full of patterns!… In definitiva ho dovuto scavare nella semplicità.

GT: Come mai non hai incluso nel cd "Sotto La Luna" quella tua bellissima composizione presente al concerto di Perugia del 1998 assieme a Pietro Tonolo? Perché la si ascolta invece come intro di piano solo in Oh Che Sarà nel doppio live della Mannoia?
DR: Sei sicuro che sia la stessa? Sostanzialmente il cd era un'idea di Pietro. Credo che la scelta dei brani live da mettere dentro sia stata sua e di Antonio Miscenà patron della Egea. Quanto al brano in questione, penso sia diverso dalla intro di Fiorella. Spero… Altrimenti la vecchiaia è ormai incombente…

GT: Ti giuro! Ti assicuro che era quel pezzo! Primo perché mi è piaciuto tantissimo. Secondo perché ho registrato clandestinamente l'intero concerto. Comunque in realtà il tema della composizone con Tonolo è la "B" susseguente al tuo intro nel disco della Mannoia. La qualcosa mi fa pensare a quando Ian Carr disse a Miles Davis che nella sua biografia si sbagliava sulle date di alcuni suoi concerti. Miles andò a verificare che Carr aveva ragione!

(ridiamo sull'episodio).

Comunque parlando d'altro: potresti considerare in assoluto il disco "Improvvisi" inciso in duo con Roberto Gatto l'antesignano discografico di tutte le tue teorie musicali e del tuo odierno modo di operare?
DR: Direi di si! "Improvvisi" era pura improvvisazione melodica come il primo brano, la cui melodia, gli accordi, il ritmo, sono nati nello stesso istante in cui suonavamo, eppure sembrerebbe una composizione pensata a lungo…..cosi' La Marea, Il Ritorno, La Lotta, tutti pezzi improvvisati all'istante. Quella che normalmente chiamo consequenzialità melodica è un concetto strano. Talvolta penso che l'ascoltatore può anche non accorgersi che la melodia ed il resto è pura improvvisazione, mentre magari sottovaluta l'impegno mentale che questa melodicità tematica richiede. Tutto ciò mi sembra un modo di "spremere" le proprie emozioni…. Senza buttare note in frasi fatte.

GT: Come mai hai inserito anche in "Winter Tales" il nuovo disco live dei Doctor 3, una doppia versione dell'intermezzo della Cavalleria Rusticana?
DR: Decisione del trio, brano molto amato da noi tre, versioni diverse e una specie di inizio/fine collegati tra loro: troppo decadenti e romantici?

GT: No, no… Ma restiamo in argomento. Ad esempio sempre all'interno di "Lirico" troviamo anche arie più "gettonante" nel mondo dell'opera di tutti i tempi. Mi riferisco alla Carmen di Bizet, il Va Pensiero verdiano o Lucean Le Stelle dalla Tosca di Puccini. E' stata una scelta mediata dalla volontà di rendere più riconoscibili questi temi?
DR: No, solo dal fatto che da sempre ciò che piace nel tempo a tutti è oggettivamente bello, anche se alcuni autori per snobbismo sono stati talvolta accusati (spesso) dagli stessi musicisti… Ricordo che quando parlavo con ammirazione di uno dei notturni di Chopin alcuni miei compagni di conservatorio mi accusavano di amare le sue cose piu easy…. "ascolta invece questo", mi dicevano. Io ascoltavo ma non mi veniva la pelle d'oca…e tornavo al mio notturno.

GT: Ci sono dei brani in particolare che ritieni abbiano una motivazione specifica per cui necessariamente dovevano entrare nel disco?
DR: No, non direi. Ho inciso più di venti arie in almeno due versioni, ognuna dopo una prima scelta. Ho lasciato a Miscenà l'ingrato compito della scaletta. Lui ha tolto qualche brano in più per non farlo troppo lungo ed ha insistito per lasciare i due pezzi tratti dalla Carmen, brani che invece avrei voluto togliere… In quel momento mi sembravano troppo "pirotecnici". In quel periodo ero in un mood notturno… Ad ogni modo abbiamo lavorato bene insieme. Antonio è un musicista per cui ha scelto come inizio il brano che più mi aveva emozionato durante l'incisione… Avrei fatto la stessa cosa anch'io!

GT: E' stato interessante poter lavorare con la consueta metodica della Egea? Il suono pulito e denso dell'incisione, il pianoforte particolare, l'acustica del teatro dell'Oratorio di Santa Cecilia?
DR: L'Egea è gestita da musicisti, pianisti, compositori… Francesco Cianfruglia, che ha curato la registrazione, è a sua volta un ottimo musicista. É stato bello potersi confrontare con lui durante la registrazione. Il suono della sala poi era perfetto e inoltre il Fazioli usato è un grande pianoforte. Insomma è un'etichetta che partecipa senza interferire troppo nel lavoro interno che il musicista compie durante l'incisione. Tutto il team Egea lavora molto bene. Li ringrazio tutti.

GT: Oltre al nuovo disco dei Doctor 3, "Lirico" (che è il tuo secondo lavoro in piano solo ed il secondo per l'Egea) e l'altro doppio live con Roberto Gatto, che hanno visto la luce quest'anno, hai altri progetti da pubblicare nel prossimo futuro? Più precisamente mi riferisco al duo con Pietro Tonolo e alla band Seventeen con Roberto Gatto, Fabio Zeppetella e Francesco Puglisi.
DR: Il duo con Tonolo è in attesa di nuove ispirazioni. In realtà ci siamo un po' persi di vista...Ritengo Pietro un grande musicista e spero che dalla nostra diversità possa in futuro nascere un nuovo progetto. Quanto a Seventeen è stato solo un incontro tra vecchi amici. Ci siamo divertiti senza alcun fine discografico.

GT: A quando un lavoro a tuo nome di sole tue composizioni?
DR: Con tutte le cose meravigliose già scritte? Domanda difficile… La composizione va coltivata giorno dopo giorno, come l'improvvisazione… Vorrei provarci ma sono abituato oramai ad accettarmi come compositore estemporaneo…. Riuscirei ad accettarmi dopo il lungo processo della composizione classica? Ho pensato di farlo in futuro. Quando, chi lo sa?...

GT: Qual è il più bel ricordo che serbi durante la lunga stagione trascorsa con il Lingomania? Rimpianti? Nostalgie?
DR: Nessun rimpianto. É stato un bel gruppo e Maurizio Giammarco è un grande compositore, anche se a mio parere sottovaluta sempre i suoi pezzi migliori. Pensa: addirittura li snobbava! Non ho mai capito perchè! Ricordo che veniva da me e diceva: "perchè mi cambi sempre gli accordi che ti ho scritto? Ci ho messo ore per deciderli!". Gli rispondevo tra le risate di tutti che erano troppo complicati….Che non facevo in tempo a leggerli!






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Data pubblicazione: 17/10/2003

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