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Doctor 3
Canto Libero
Jando Music - Via Veneto Jazz Millesuoni (2019)
1. Pensieri e parole (Battisti-Mogol) 4:35
2. Il mio canto libero (Battisti-Mogol) 3:54
3. Perché no (Battisti-Mogol) 3:32
4. Doctor 01 (Rea-Pietropaoli-Sferra) 0:59
5. Con il nastro rosa (Battisti-Mogol) 7:18
6. Il tempo di morire (Battisti-Mogol) 3:24
7. Emozioni (Battisti-Mogol) 3:04
8. Doctor 02 (Rea-Pietropaoli-Sferra) 1:20
9. 29 Settembre (Battisti-Mogol) 4:16
10. Mi ritorni in mente (Battisti-Mogol) 5:04
11. Fiori rosa fiori di pesco (Battisti-Mogol) 5:35
12. Doctor 03 (Rea-Pietropaoli-Sferra) 1:42
13. Umanamente uomo: il sogno (Battisti) 4:13
Danilo Rea - pianoforte Enzo Pietropaoli - contrabbasso Fabrizio Sferra - batteria
I rapporti tra il jazz italiano e la musica di Lucio Battisti
sono stati trattati, nell'ormai lontano 2004, da Francesca
Bellino nel suo volume Non sarà un'avventura, edito da Elleu Multimedia.
Il testo riportava una lista dei dischi dei jazzisti che contengono brani
di Battisti, a partire dal noto, collettivo, «Ci ritorni in mente», Gala,
1990. Ma l'elenco è ampio, e ci ricorda che canzoni
di Battisti sono state interpretate da Gaslini, Rava, Fioravanti, Ghiglioni, Sellani.
Ovviamente la discografia oggi è molto più vasta, e ricomprende, per esempio, anche
Fresu. Nello stesso volume, che ben evidenzia come Battisti sia stato, per una generazione
di jazzisti italiani, oggetto di un culto che ha generato innumerevoli riletture,
è contenuta un'intervista a
Danilo
Rea, nella quale il pianista ricordava di suonare spesso in concerto le
canzoni di Battisti, e cita Il tempo di morire, Fiori rosa fiori di pesco,
Emozioni, Balla Linda.
Le prime tre tornano, insieme ad altre, in questo cd del Doctor
3, gruppo che, nonostante si sia formato nel 1997 e
abbia avuto vari momenti di pausa, è ancora capace di fare centro, come l'ascoltatore
potrà constatare. La lunga esperienza di Rea con la canzone, con le incisioni di
Mina e Baglioni per fare due nomi, lo rende il più adatto a interpretare, da jazzista,
alcuni brani battistiani che non parrebbero – dall'ascolto dell'originale - prestarsi
a una tal versione. Ma l'operazione riesce anche in brani di tal fatta (come l'iniziale
Pensieri e parole), grazie all'apporto fondamentale di Pietropaoli e Sferra,
i cui strumenti "respirano" all'unisono con il pianoforte, con un sottile gioco
di complicità, di reciproci ammiccamenti, che rendono la scena musicale azzeccata,
credibile. Ovvio che dietro ci sia anche un gravoso lavoro di arrangiamento, come
si percepisce anche da altre canzoni (Perché no, Emozioni, la splendida
Umanamente uomo: il sogno).
Il cd contiene anche tre brevi siparietti, dei quali l'ultimo, Doctor 03,
merita di essere citato come piccolo cameo della magia che questo gruppo è capace
di trasmettere.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 05/07/2021
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