Multiculturita Summer Jazz Festival - XII Edizione
Metti una sera con i Doctor 3
Capurso, 17 Luglio 2014
di Alessandra V. Monaco
foto di Rocco Crudele
Danilo
Rea - pianoforte
Enzo
Pietropaoli - contrabbasso
Fabrizio Sferra - batteria
Metti una sera d'estate, una delle
poche piacevoli per una stagione che stenta ancora a farsi riconoscere. Metti sullo
sfondo una basilica, anzi la Basilica (quella della Madonna del Pozzo, per intenderci),
capolavoro architettonico in cui si intrecciano - e si confondono - i confini di
arte e spiritualità. Metti un palcoscenico intimo e sobrio, degna cornice di un
modus interpretandi che a fronzoli non bada. E che, invece, va dritto all'essenza.
Metti abili mani agli strumenti. Bastano poche note ed è chiaro come andrà a finire:
l'incanto è servito. Cosa facile per il trio Doctor 3, che in undici intensi
e ininterrotti anni di attività (dal 1998 al 2009) di platee - anche internazionali
- ne ha conquistate. Fino alla pausa di riflessione, come nelle migliori storie.
Poi il ritorno: come prima, più di prima.
Anno 2014 e un album che per titolo porta il nome della formazione.
Mese di Luglio e una sola occasione pugliese per goderne dal vivo: il Multiculturita
Summer Jazz Festival, giovedì 17, a Capurso. Un appuntamento dalle grandi aspettative,
insomma. E loro – i Doctor 3 – non le deludono: impeccabili, rompono il silenzio
dell'attesa con la sussurrata dolcezza di Will You Still Love Me Tomorrow.
Giusto il tempo di scaldare i cuori e l'improvvisazione non tarda
ad arrivare: il brano incalza, cresce e si trasforma. Succede lo stesso con How
Deep is Your Love, Unchained Melody e Life on Mars: il tema prende per
mano il pubblico, lo corteggia e lo trascina in percorsi musicali estemporanei dai
risvolti imprevedibili, per confluire, di volta in volta, in storie nuove, diverse
e appassionanti, da Your Song a Ain't no Sunshine da Come Togheter
a Every Breath You take (passando, tra l'altro - quasi in sordina, strizzando
l'occhio ai più piccoli – per un accenno del motivetto dei Sette Nani).
Tutte raccontate con stile, quello inconfondibile del pianoforte
di Rea, del contrabbasso di Pietropaoli e della batteria di Sferra. Tutte sospese
in una surreale atmosfera, di quelle che si spera non finiscano mai. Tant'è che,
prima di chiudere, di bis ce ne vogliono due (The Nearness of You e Cheek
to Cheek). Poi è davvero tempo di andare.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 17/08/2014
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