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Giuliani - Biondini - Pietropaoli - Rabbia
Cinema Italia
Via Veneto, Jando (2016)
1. La strada
2. Nuovo cinema paradiso
3. 8 e ½
4. Deborah's Theme
5. Bianco e nero
6. Impro – Romeo e Giulietta
7. What Is There What Is Not
8. La dolce vita
9. C'era una volta il West
Rosario Giuliani - sassofoni soprano e alto Luciano Biondini - fisarmonica Enzo Pietropaoli - contrabbasso Michele Rabbia - batteria, percussioni, elettronica
E' bene partire da
un punto fermo: qui non si scimmiottano colonne sonore celebri, non c'è musica a
buon mercato tanto per imbonire il pubblico, ma vi è un lavoro di ricerca e di
studio su ogni singolo brano in scaletta. In nuce, vi è creatività e i quattro
celebri alfieri non sono caduti nella trappola della banalità.
Ennio Morricone e
Nino Rota, almeno in questo caso, sono finiti in ottime e sapienti mani. E alla
loro musica è restituita una fresca fragranza, un'attualizzazione sulla scala
dell'improvvisazione che spesso è dimenticata. Già a partire da "La strada"
sarebbe stato facile inciampare nella piaggeria da mercato, invece, la
fisarmonica di Biondini che si incastra nel sassofono di Giuliani (e viceversa)
tenuti sospesi dalle leggere percussioni di Rabbia e dalle corde accennate di
Pietropaoli, è il migliore biglietto da visita. E anche "Nuovo cinema paradiso"
viene magistralmente riletta: l'intro pensierosa di Pietropaoli, dalle corde
rotonde e pastose, asciugata dai suoni elettronici orditi da Rabbia apre al tema
costruito impeccabilmente da Biondini e Giuliani che si contrappuntano con
romantica destrezza. E ancora un'introduzione sorniona a far più bella la
felliniana "8 e ½" e, allorquando il tema è sviluppato da sassofono e
fisarmonica, le gentili e soffuse tessiture elettroniche di Rabbia e i suoi
clangori percussivi la rendono ancor più straniante ed eterea, attenuando
l'impeto di Biondini. "Bianco e nero", invece, reca il sigillo di Giuliani,
che si conferma fine e attento compositore e che tiene alto il vessillo delle
colonne sonore con altrettanta figurazione filmica. "Romeo e Giulietta"
vede il quartetto accanto a Nino Rota, perché al ben noto brano si affianca
un'improvvisazione collettiva: moderata e che sottolinea il magico interplay dei
quadriumviri. "
What Is There
What Is Not"
è siglata da Biondini, che metta in campo tutta la sua forza narrativa. Anche "
La dolce vita" risplende sotto una luce nuova, ondeggiando tra jazz di grande
marca e finimenti elettronici perfettamente disegnati da Rabbia. Senza contare
l'altro grande classic di Morricone: "C'era una volta il West" le cui
inossidabili armonie prendono slancio mercé la fisarmonica di Biondini e
s'addomesticano al sassofono gentile e acuto di Giuliani.
Alceste Ayroldi
per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 09/04/2017
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