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Giovanni Scasciamacchia
Rag Trio
Abeat (2014)
1. Africa (Scasciamacchia)
2. We See (Monk)
3. Stable (Scasciamacchia)
4. Subconscious Lee (Konitz)
5. Family (Scasciamacchia)
6. On a Misty Night (Dameron)
7. Giant Steps (Coltrane)
8. Lucania (Scasciamacchia)
9. Inner Urge (Henderson)
10. Cherokee (Noble)
Giovanni Scasciamacchia - batteria Rosario Giuliani - sax Aldo Vigorito - contrabbasso
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Formatosi sullo studio delle grandi figure del jazz, il batterista lucano Giovanni
Scasciamacchia dirige un trio "nudo e crudo", senza la delicatezza del pianoforte,
per dar vita a un album classico e moderno insieme, caratterizzato da un sapiente
dosaggio di ritmi vivaci e ritmi più sobri, attraverso quattro composizioni originali
del leader, e sei standard che ripercorrono la storia del jazz. All'apparente semplicità
della struttura del trio, Scasciamacchia e soci ovviano con una tecnica sofisticata,
che produce un sound corposo.
In apertura, Africa ci riporta alle radici tribali del jazz: un brano fortemente
ritmato dalle percussioni e dal contrabbasso, sui cui s'innesta un sax vivace, a
tratti orientaleggiante, a tratti più contemporaneo, un fraseggio sobrio che regala
però virtuosismi sul registro semiacuto. Un brano, la cui parte centrale lascia
spazio a un a solo di contrabbasso che suggerisce la vastità della savana, appena
lambita dal sole al tramonto, richiamato da un pigro sax. Atmosfere raffinate, vicine
a un racconto africano di Karen Blixen.
Atmosfere radicalmente opposte, con il vivace swing di We See, eseguita senza
il pianoforte della versione originale, ma non per questo meno interessante, considerando
la leggera accelerazione di ritmo, e una maggior continuità del fraseggio di sax,
che non lascia "vuoti" fra questo e la sezione ritmica. Vivace anche la batteria,
che dalle percussioni si sposta sul rullante. Spicca, a metà del brano, il virtuosismo
del sax, con dinamiche scale sul semiacuto.
Suggestiva On a Misty Night, con il caldo e intense sax d'apertura, a suggerire
una meditabonda passeggiata nell'umidità notturna, in cerca di una chiave per riordinare
pensieri e parole. Una necessità di silenzio suggerita dal bel passaggio di base
ritmica - contrabbasso e percussioni appena accennate -, che dona al brano una sofferta
eccitazione, tipica di quegli stati d'animo attanagliati da sentimenti contrastanti.
Fra le composizioni di Scasciamacchia, particolarmente gradevole Lucania,
un omaggio alla sua terra d'origine, sorretta da un sax a tratti "orientale" e da
una cadenzata batteria accompagnata da un fulgido contrabbasso, nella parte centrale.
Un brano dai colori sobri ma luminosi, che ricorda uno scatto di Franco Fontana.
L'intero album si dipana sulle note di uno swing accattivante, sobrio e raffinato,
caratterizzato da una base ritmica particolarmente vivace e sempre presente, ripartita
sul sobrio drumming di Scasciamacchia alla batteria, e sul dinamismo di Aldo
Vigorito al contrabbasso, mentre il sax di
Rosario Giuliani
si disimpegna fra la lezione dei grandi maestri, e un gradevole timbro personale.
Un bell'esempio di tradizione riletta in chiave contemporanea.
Niccolò Lucarelli per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 15/08/2016
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