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Augusto Gentili
Musiche Per Il Proprio Tempo
Ea Fast Line (2011) ABJZ 502
1. Musica per il proprio tempo 7.01
2. Ritratto di un ritratto 5.54
3. De Profundis 4.46
4. Preludio "Colonna sonora per un film mai girato" 2.06
5. Colonna sonora per un film mai girato 5.51
6. Ritratto notturno 6.25
7. Rondel 1.16
8. Okonkole y trompa (dedicated to Jaco) 7.15
Augusto Gentili - basso (fretted/
fretless) a 4 e 6 corde, e-bow, voce
Georg Trakl - testi nelle tracce 3, 6 e 7
Vittorio Mazzola - tecnico del suono e registrazioni binaurali
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Un titolo, un programma: musica ambient di pura introspezione psicologica, un diario
personale che il pubblico, fratello geloso, spia con la paura di essere scoperto.
Il disco è nato da un progetto premiato al Festival delle 5 Giornate di Milano (2009),
ed è il gemello introverso di "musiche per il tempo condiviso", un duo Drum
n' Bass fondato da Augusto Gentili e Massimiliano Varotto. Essenzialmente
si tratta di una suite per basso elettrico, che indaga e allarga i confini
dello strumento. Come la natura personale del lavoro lascia intuire, le otto tracce
sono tutte a firma di Augusto, eccetto l'ultima, composta e dedicata da/a
Jaco Pastorius.
Maturità e consapevolezza (pessimismo, se vogliamo) raggiungono in quest'opera gli
alti vertici, pur non relegandola a mero esercizio o musica usufruibile esclusivamente
al suo compositore. La copertina in bianco e nero anticipa la velatura lugubre delle
canzoni.
Un disco di fattura ambient, specie se pensato per pochi strumenti, potrebbe
risultare ripetitivo; ma se facciamo un confronto con altri dischi del settore,
anche più blasonati (Hosianna Mantra dei tedeschi Popol Vuh, per esempio),
il lavoro di Gentili rimane nei limiti. Anzi, l'avere a disposizione un unico strumento
non sembra penalizzare l'artista, che, quando non suona in sovraincisione, usa il
basso a 6 corde in maniera "ampia" e plurivalente, coprendo buona parte dello spettro
uditivo e dando l'impressione che a suonare siano più strumenti (anche percussivi,
grazie alla tecnica slap). D'altronde, ci troviamo davanti ad un polistrumentista,
che oltre al basso elettrico ha studiato pianoforte e flauto traverso. L'assenza
di un sovraffollamento di strumenti ha inoltre permesso un'ottima qualità di registrazione,
nonostante le basse frequenze in gioco. Tra l'altro, è stata usata la tecnica binaurale,
che permette di registrare –oltre che riprodurre- stereofonicamente: su una testa
di manichino in materiale fonoassorbente sono stati piazzati due microfoni in corrispondenza
delle orecchie. In questo modo è possibile captare (e poi riprodurre) i suoni come
li percepirebbe spazialmente l'ascoltatore, mentre il metodo tradizionale registra
singolarmente gli strumenti e solo dopo li colloca nel panorama stereo.
Il confronto con un gruppo tedesco non è stato casuale: l'artista si è infatti formato,
oltre che in Italia, alla Ruprecht Karls Universität di Heidelberg ed ha
seguito i seminari dell'Institut fuer neue musik di Darmstadt. Nulla di strano,
quindi, se le poche liriche dell'album sono decisamente teutoniche, e l'elettronica
ha il giusto spazio. Alcuni passaggi in loop ricordano certa elektronische
musik (Kraftwerk?), mentre le tonalità -generalmente gravi-, rimandano ai
momenti più riflessivi dei Rammstein. Testi melanconici, ma immersi nei colori
di un mondo quasi pastorale.
Augusto Gentili è padrone assoluto dello strumento, in tutte le sue declinazioni
(4, 5 e 6 corde, fretted-fretless) e tecniche: con le dita, slap, arpeggiato. Oltre
alla normale attività musicale, didattica e compositiva, dal 1998 collabora con il c.m. Polverfolk
per la valorizzazione e diffusione di musiche del repertorio scoto-irlandese e bretone.
Musiche per il proprio tempo è il suo primo disco da solista.
Matteo Mosca per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 18/03/2012
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