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Vittorio Mezza trio
Vittorio Mezza trio
Abeat records 2010 Distributed by IRD
1. In Bloom
2. Tetachords
3. Skippy
4. Afa
5. L’abdicazione – Monza 12 Sett. 2006
6. Rachid
7. Dove l’amore riposa
8. Like a race
9. Ana Maria
Ettore Fioravanti -
drums
Vittorio Mezza - piano
Massimo Moriconi - double bass
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Vittorio Mezza è pianista ben preparato e con un interesse aperto al mondo
del jazz, ma anche ad altre musiche, pop e contemporanee. In più sa scegliere i
suoi collaboratori. In questo disco, ad esempio, coinvolge un contrabbassista solido
e versatile come Massimo Moriconi, forte anche sullo strumento elettrico
e l’altrettanto poliedrico Ettore Fioravanti, batterista leader di vari progetti,
fra cui “Belcanto” e con esperienze prestigiose accanto a Gianluigi Trovesi, Paolo
Fresu e Paolo Damiani, fa gli altri. Proprio Paolo Damiani ha fatto da apripista
a Mezza, reclutandolo per un suo gruppo e ospitandolo a Roccella Jonica a “Rumori
mediterranei”, lo storico festival calabrese di fine agosto.
Dopo un cd più sperimentale in duo con Pagni e pubblicato dalla
Spasc(h)!”Mp2”, con questa nuova prova il pianista casertano si cimenta in un repertorio
più”tradizionale”, se così si può dire, in ambito “modern jazz” con un repertorio
in larga parte originale a cui si aggiungono reinterpretazioni di brani di diversa
provenienza stilistica. Si passa, infatti, da “In Bloom” dei Nirvana, con
un andamento funky, a “Skippy” di Thelonious Monk, dove gli angoli del linguaggio
monkiano vengono smussati e le asperità sono arrotondate. Si continua con una romantica
ballad, “Rachid” di Petrucciani, resa con “devozione” verso l’autore, per
concludere con la traccia migliore dell’intero lavoro: “Ana Maria” di Wayne
Shorter, intensa e toccante. Gli altri cinque brani sono a firma del pianista. In
“Tetachords” si può ammirare l’accompagnamento potente e aggraziato di Moriconi.
“Afa” procede con un ritmo languido, quasi stanco e suggerisce un clima esterno
ben definito dal titolo. Ne “L’abdicazione-Monza 12-9-2006” si colgono collegamenti
fra lo stile del leader ed Herbie Hancock. In “Dove l’amore riposa” spiccano
una bella introduzione con il solo Fioravanti e il privilegiare le note alte sulla
tastiera, da parte di Mezza, nell’apprezzabile dialogo con il basso, attraverso
l’uso di un pianismo “liquido”, come si affermava negli anni settanta. Anche “Like
a race” si sviluppa con interventi pregevoli dei tre componenti il gruppo e
mantiene un’aria classica di un jazz senza tempo.
In conclusione “Vittorio Mezza Trio” si pone come un punto di
riferimento per tre musicisti che hanno l’unica ambizione e la sola prerogativa
di saper suonare il jazz, senza la pretesa di entrare nella storia di questa musica
come capiscuola.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/05/2010
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