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Bollani
lo ha voluto accanto a se' nel suo "Concertone". E' stato protagonista del
"Vento" di
Barbara
Casini ed
Enrico Rava,
che lo definisce un musicista "capace di suonare il piano come se fosse un'orchestra".
Il Picnic sulla Luna di Paolo Silvestri,
come è facile intuire, mira alle stelle e parte da lontano, da un bagaglio di esperienza
che, tra le altre cose, lo ha visto felice compositore di ben 18 colonne sonore
cinematografiche e televisive. Il suo primo disco è un album di piano solo, essenziale,
semplice, romantico, carico di immagini dolci ma viscerali, intenso e non melenso,
musicale e comunque mai privo di carattere e di spunti originali. Il compositore
genovese ci accompagna, nelle dodici tracce della sua opera prima, in un mondo sonoro
pervaso da ampi respiri e suggestivi climax dinamici, in un territorio sognante
caratterizzato dal suo fraseggio estroverso, narrativo, sanguigno, mediterraneamente
spontaneo.
Le composizioni germogliano su un tappeto tematico solido che Silvestri
sviluppa, amplia e completa, utilizzando come terreno improvvisativo non il canovaccio
armonico, ma il suo ricchissimo bouquet di capacità interpretative, la sua chiarezza
nel gusto e la sua padronanza nel tocco, dotato di un lirismo eccezionalmente fuori
dal comune. Brezza calda e struggente, canicola pomeridiana nella nostalgica "Cosa
c è", invece, strade d'autunnale rubino nella trascinante "Mavi".
Malinconico e commovente il valzer biondo e affascinante di "Controvento",
riflessiva e ombrosa la milonga vuota di "Tango senza donne",
gemella del cratere etereo e leggero della title track "Picnic
sulla Luna". "Le tre domande" e "Abu
Ghraib" sembrano aprire un enigma nel pianismo sentimentale ed equilibrato
di Silvestri, una prospettiva asimmetrica, spigolosa, tensiva e comunque
affascinante, ricca di sincero pathos. Una tensione che inevitabile si risolve nella
conclusiva ed eroica "Sante Scugne", e nella
parafrasi agli 88 tasti del canto operaio, della work song all'italiana che celebra
la fatica e la vita, l'esigenza del sacrificio e della gratificazione. Augusto
Pallocca per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 13/08/2008
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